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Da dove cominciare? Giovanna si è laureata, con la sua tesi gialla come un limone su uno scrittore vicentino, qualche settimana fa. Quella sera, mentre lei rimaneva lucida, io bevevo troppi mojito. Nel tentativo di smaltire ho percorso a piedi tutto il quartiere cinese - che cinese non è - girando per strade vuote e buie, ai margini della ferrovia, dietro case popolari rimesse a nuovo. Il mio stomaco aveva iniziato a raccontarmi di quella volta che aveva incontrato Hemingway, a Parigi, negli anni venti, e di come non si separassero mai, tanto che negli ambienti artistici avevano iniziato a chiamarli Hem&Estomac. Diceva che avevano scritto dei racconti assieme, e che una volta avevano addirittura risolto un caso di omicidio. La baronessa Foiegras era stata strozzata con una collana di perle il giorno del suo compleanno, e... ma è una storia troppo lunga. I giorni successivi sono stati veloci e caldi. Un matrimonio, la notte bianca, un battesimo, un convegno interuniversitario, i mondiali. Mentre Zidane batteva il rigore, nei primi minuti della partita, ero seduto in bagno perché avevo mangiato del ramen istantaneo troppo caldo. E' in questi momenti che si scopre chi, nel tuo corpo, ti è veramente amico e chi no. Poi, a fine partita, la gente si tuffava nella fontana di prato della valle schizzando in giro fanghiglia e ghiaino. P*** si aggirava bagnato, senza scarpe, a petto nudo, con la bandiera dell'italia a mo' di mantello, attorno all'acquaccia: aveva lasciato tutto (comprese chiavi di casa e cellulare) in mano a un amico che era scomparso - già si immaginava di passare la notte all'addiaccio, fradicio, coi piedi scorticati. Così gli avevo prestato il cellulare per chiamare il suo, e proprio mentre stava digitando il numero, una ragazza gli si era fermata davanti, guardandolo negli occhi, gli aveva rapinato il telefono dalle mani e gli aveva detto "stronzo!". Prima che si allontanasse, l'avevo strattonata e le avevo detto che era mio; lei mi aveva guardato e mi aveva rivelato che gliel'avevano appena rubato uguale: ero sicuro che fosse proprio mio? bah, lo so, non è molto interessante... Da settimane cerco di scrivere senza successo una recensione da pubblicare qui, ma mi incarto e perdo tempo. Giro a vuoto, rileggo duemila volte, inizio discorsi sconclusionati e pretenziosi, scuoto il monitor sperando che le parole si ordinino da sole. Nel frattempo il guru mi ha dato il solito ultimatum annuale; a questa notizia ho iniziato ad accumulare ancora più progetti estranei al dottorato, lavori non pagati, letture, fumetti, e cose così. Ma la notizia vera è che io e Giovanna abbiamo trovato casa in affitto. Non so quanti di voi siano pratici di padova. Qualche tempo fa, vicino a prato della valle, stavano scavando un parcheggio interrato. Credo che successe questo: durante i lavori, gli operai trovarono una falda acquifera e la svuotarono, facendo sprofondare parte delle case là sopra. Ecco. Noi abbiamo trovato casa proprio lì, nella via delle case mezze sprofondate. Abbiamo una stanza per gli ospiti, siete i benvenuti.

Questo blog chiude per ferie. Tra qualche giorno si parte per la spagna, poi si dovrà traslocare. Nella casa nuova non ci sarà adsl, penso, e avrò un sacco di lavoro da finire. Non so se brekane riaprirà, insomma. Certo non prima di novembre. E forse in forme nuove, non lo so, credo che si debba cambiare qualcosa, anche se non so bene cosa. Ciao.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale