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Visualizzazione dei post da gennaio, 2005
"Ciao!" mi dice all'ingresso della biblioteca. E' un ragazzo. Giovane, avrà 22 anni: giacca di velluto marrone, docevita nero, jeans. Sorride. Penso, con cattiveria, che sia un leninista. Ha una valigetta, e mi sorride di un sorriso totale. Lo supero per dirigermi verso il parcheggio delle biciclette. Mentre gli passo accanto modulo con la glottide, per spaventarlo, un ringhio subsonico, un suono a metà strada tra il respiro di Dart Fener e la moka del caffè. Ma lui: mi segue. E' il mio primo giorno di dottorato. Non ho la minima idea di cosa debba succedere, non so dove dovrei essere o cosa fare. Dopo l'iscrizione nessuno mi ha più contattato - e io che contavo su missioni segrete, ordini che si autodistruggono in cinque secondi, furti di manoscritti! - non ho neppure un documento che certifichi che sono iscritto a qualcosa, da qualche parte: non una tessera, non una ricevuta, neppure una spilla, nulla, niente, niente di niente di niente di niente. "Ciao
100 variazioni su Duccio Duccio, Ducc, Puccio, Luccio, Uccio, Ducchio, Ducchione, Oiccud, Duccevole, Duccioforo, Ducciofobo, Ducciomorfo, Sdrucciolo, Sdrucciolevole, Sducc, Ducciazzo, Duccinbanco, Ducciofago, Ducciofilo, Ducceràtopo, Duccìneo, Duccilineo, Ducciofrodita, Ducciabbestia, Ducciabile, Duccibile, Ducciobile, Duccente, Ducciaro, Duccéro, Ducciò, Duccista, Ducciaulico, Ducciurgo, Ducciante, Duccianza, Duccite, Ducceronte, Ducciàno, Ducciriflessivo, Ducciodinamico, Dùccialo, Ducciàlo, Ducciando, Du-duccio, Ur-duccio, Straduccio, Ducciamaro, Ducciology, Duccy, Diseducaduccio, Dùcciomon, Digi-duccio, Duccemente, Ducciàvolo, Dùcciolo, Duccino, Duccello, Duccinbocca, Ducciardo, Duccivo, Duccerò, Duccivendolo, Duccìa, Duccio-cavalluccio, Ducciforme, Ducciomunito, Duccita, Ducciàsta, Duccissimo, Duccerrimo, Duccio-world, Duccioland, Ducciocountry, Duccivoro, Duccioso, Duccillo, Duccilloso, Ducceroso, Duccerogeno, Ducciofilia, Ducciosessuale, Duccità, Duccività, Ducciolettato, Duc
L'anno nuovo ha portato qualche certezza, una bottiglia di four roses e un concerto di Zarrillo. Poteva andare peggio. Mentre Massimo dormiva nella camera di mia sorella, riadibita per l'occasione a sala pseudocinematografica - e una manciata di ragazze appena conosciute si facevano fotografare al suo fianco, senza che lui desse nessun segno di svegliarsi; e mentre in cucina, attorno al tavolo, un gruppo di aficionados spalmava ladro su pane riscaldato e inforchettava una serie di patate sabbiose - ed erano le tre, il cotechino si stava giusto cucinando, la pentola del purè si incrostava nonostante i ripetuti assaggi e la pipa di Mauro veniva dimenticata dal legittimo proprietario - e mentre, nel frattempo, in salotto, qualche imperterrito continuava a ballare con Rino Gaetano, e le lattine vuote di birra creavano coreografie acrobatiche sulla tovaglia in teflon (antiproiettile, quindi), io vagavo tra l'urlo di Munch gonfiabile e la maschera in cartapesta della renna diabo