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Visualizzazione dei post da gennaio, 2006
Etcetera ... sono distratto, spesso incostante. Non ascolto chi mi parla oppure ascolto due conversazioni contemporaneamente. Non mi concentro. Sono nervoso. Mi imbarazza guardare negli occhi la gente. Sembro sempre sul punto di andarmene. Ho l'aria di chi pensa sarebbe meglio essere da un'altra parte. Mi vergogna il contatto fisico. Faccio domande e non aspetto la risposta. Rispondo a domande non rivolte a me. Parlo in fretta. Mi esalto e mi deprimo con la stessa velocità. Vivo in uno stato di media insoddisfazione. Ho bisogno di continue conferme. Faccio domande a raffica perché mi agita il silenzio. Tratto tutti con distanza. Gioco male a scacchi. Mi stufo in fretta. Sono noioso. Ripeto più volte le stesse storie e sempre con le stesse parole. Mantengo dei giudizi stabili per più di dieci anni. Sono incline ai pregiudizi violenti. Non mi sfogo. Mi angosciano le pause al telefono. Ho sempre l'idea di dire cose poco interessanti in modi poco interessanti. Ho il sospetto ch
Vantaggi della partita iva - Adesso posso scaricare tutto quello che voglio. - Non lo facevi già con Emule?
Poi un giorno ti svegli nel mezzo della notte, perché ti sembra di avere qualcosa tra i denti. Scavalchi Giovanna che dorme al tuo fianco, cercando di non farti notare, ma infallibilmente lei ti chiede che fai. Niente, dici, vado in bagno. Apri la porta, procedi a tentoni nel corridoio, accendi la luce sopra lo specchio, perchè quell'altra aziona l'aspiratore - e conosciamo tutti l'effetto di certi rumori sui sogni successivi - e alla luce bianca, irreale ma allo stesso tempo crudele del neon hai la percezione precisa, netta, definitissima che lo spazio tra i tuoi incisivi superiori si stia allargando. E' una paranoia, pensi. Ma non lo dici a voce alta. Piuttosto prendi gli incisivi tra pollice e indice e stringi un po'. Lo spazio si restringe, dandoti la sicurezza che la posizione originaria fosse diversa. «Senti», dici a Giovanna, «guardami i denti». Accendi l' abat-jour , apri la bocca. «Non ti sembra che lo spazio tra i miei incisivi si stia allargando?» Lei
L'anno vecchio si è concluso con un incidente in bicicletta, la consegna dell'orrore e una battaglia di neve sopra i tetti padovani - le punte delle dita gelate, rosse, doloranti, dietro ai camini usati per riparo. Per quanto riguarda l'incidente: portavo Giovanna sul manubrio, dava le spalle alla strada - mattina presto, direzione biblioteca - quando all'ingresso della zona pedonale lei non era più sul manubrio, ma di schiena, sul cofano di una macchina ferma. Io invece cercavo di mantenere l'equilibrio. Lei si alza con una piroetta, tastandosi la testa, dicendo Non mi sono fatta niente; io balbetto, le giro in tondo con la bici che zoppica, Davvero non ti sei fatta niente? Davvero? Davvero? Dalla macchina, intanto, escono due individui dai lineamenti vampirici - alti, magri, calvi, orecchie a punta, abiti neri, incisivi acuminati - si sfregano le mani in sollucchero e, quando parlano, le esse sibilano in un risucchio voglioso. L'altro giorno mi sono svegliato