Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da ottobre, 2004
Comunque, ribadisco, Eudora mi mangia la posta. Chiunque mi abbia scritto in questi giorni e non abbia ricevuto risposta è pregato di rispedire le mail scomparse. L'orrore è anche questo: cercare di capire che cazzo non va nel mio computer mentre, dalla finestra aperta, non posso fare a meno di ascoltare un gruppo di scouts - camicia marroncino chiaro, pantaloni corti blu, fazzoletto al collo - cantare in coro, stonando, io vagabondo . Questo non c'entra niente ma l'altro giorno avevo semplicemente dimenticato di scriverlo. Accanto all'argine che percorro per andare in stazione, la via dei platani, stanno costruendo nuovi complessi universitari. Dal cantiere, al sesto piano delle impalcature, due giorni fa, alle undici di mattina circa, un uomo, verosimilmente un muratore, urlava Ricordati che tra poco è natale! Ricordati! che tra poco! E' natale! Ricordatevi che tra poco è natale, eh.
Sì, be', sì, sono un disastro. Mi aggiro per la biblioteca, furtivo. Controllo attraverso gli scaffali - come nei film - che non ci siano persone sospette, incontri imbarazzanti. Mi acquatto agli angoli delle pareti e, con uno specchio, mi accerto che la via sia libera. Striscio lungo i muri, annodo una treccia di carta igienica per fuggire dalla finestra. Il mio posto non è questo, penso. Qualcuno ha arrotolato le bandiere ai pennoni, prima della tempesta. O forse sono sempre state così e si scolorano giorno dopo giorno, senza sventolare. Lunedì mi aspetta la resa dei conti, col guru e con un'altra persona che non mi aspettavo, ma che in questa settimana mi ha fatto turbinare lo stomaco in un vortice, avvitare i pensieri nella calanca vertiginosa , che inghiotte ancora vittime - fortuna che poi qualcuno è in grado di arrestare il precipizio nel grottesco con la sua sola presenza... Il guru continua a telefonare alle commissioni d'esami, spacciandomi per uno studente bravo
NOTA : Questo post è lungo, ma è così inutile e brutto che potete fare a meno di leggerlo. Non ho mai preso allucinogeni. C'è stato un periodo in cui avrei voluto farlo. Per un po' è stato un desiderio violento. Poi, non so come, è svaporato. Non ho mai trovato l'occasione giusta. O forse ho fatto in modo di non trovarmici. Poco coraggio, suppongo. Abito vicino a una porta cittadina cinquecentesca. Da qualche sera, tornando a casa, questa porta è illuminata di rosa. Fucsia. Sparato. Non so se avete presente Dumbo, l'incubo degli elefanti rosa. Una cosa del genere. «Ma scusa» ho chiesto a mio padre «perché la porta è illuminata di rosa?» «Prevenzione» ha risposto «Prevenzione dei tuomori al seno» «Illuminare la porta di rosa previene i tumori al seno? E quelli alla prostata?» «No: sensibilizza; non fare domande idiote.» «E funziona? Sensibilizza ?» «E' un'idea del sindaco» dice, alzandosi. Insomma, i dottorati. Non ho vinto la borsa da nessuna
Il malditesta ha la forma di un grasso verme succoso che si adagia nella zona ovest del mio cranio (tendenzialmente la meno soleggiata). A letto, lo sento quasi strisciare dal collo verso la fronte, facendosi spazio negli interstizi spugnosi. Dovrei smetterla di frequentare amici ipocondriaci, fanno diventare ipocondriaco anche me. Oppure è il contrario, e sono loro che dovrebbero smettere di cercarmi. Tasto il collo alla ricerca di linfonodi ingrossati; mi immagino in ospedale, dopo la chemioterapia - calvo - dire all'infermiera di non far entrare nessuno: «non voglio che mi vedano così». Domani parto, vado in giro a esami. Mica tanta voglia.