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Visualizzazione dei post da 2002
Alle cinque e mezza coi superalcolici: A. mi fa: "Ma senti: chi è la vecchiaccia che suona col DeGre[gori n.d.A.]?" Messaggio in codice: No, niente. Niente, eh? Nessun progresso. Anzi, qualche regressione insperata. Inattesa, più che altro. Eh, ma cazzo. Tutto così, eh? stoperiodo. E sabato ho pure pestato una cacca. Tremendo. Critica cinematografica: Dolls. Non dico altro. Il senso: ci deve sempre essere? no, ma comunque c'è. (bella frase del cazzo, no? il modo migliore per concludere stopost)
Mia madre ha uno scompenso perchè mentre era via abbiamo fumato in salotto. - Avete fumato anche Maria Giovanna? - Mamma? Chi ti insegna queste cose? - Chi è Maria Giovanna?, dice mio padre Allora devo dire che le fiaccolate non mi piacciono molto. Non so bene perchè. Ho provato ieri a spiegarlo a M., ma non ci sono mica riuscito. Sarà quella vaga sensazione che da un momento all'altro qualcuno potrebbe incendiarti i capelli. Certo: coreografiche, è vero. Ieri c'era un sacco di gente. Non me l'aspettavo. Perchè non se ne è parlato molto, di questa manifestazione; almeno a Padova. Ma forse sono io che in questi giorni sono un po' distratto... Nicola non arrabbiarti con me, dài. Riuscirò a telefonarti per una birra questi giorni: lo prometto.
Qualcuno ha qualcosa da aggiungere? suona il telefono - Ale, sì, dammi il numero di Pw - Sì, eccolo. metto giù il telefono suona il telefono - Ale, mi hai dato il numero sbagliato. - Ah, sì? - Ho chiesto di Pw e mi ha risposto Davide. - Eh, ah, eh sì, ti ho dato il numero sbagliato. metto giù il telefono suona il telefono - Ale - Pronto? - Pronto? - Ah, ciao. - Novità? - No - Sicuro? - Sì - Sicuro? Eh, sei sicuro? - Ma sì, c'è qualche novità, ma ti dico a voce. - Ah, ma quindi ci sono novità - Sì, no. Ho parlato. Ecco. - Hai parlato. E? - E niente. - Niente? - Niente. Al punto di prima. - E lui, che ti ha detto? - Lui? Lei, vorrai dire. Pausa Pausa prolungata. Pausa imbarazzante. - Scusa, non stavamo parlando della tua tesi? Uova. Personalità scissa. HongKong. Questo non è un film di Kung Fu. Occhio allo Zero. Parli troppo. Io non dirò più niente. Infatti, non ho più niente da dire.
vaccamaiala, da qualchegiorno ho solo voglia di scrivere nefandezze qua sul blog... insulti e imprecazioni, vaccaboia. E' che più insulti ci scrivo, più refers bizzarri trovo nelle statistiche... valà valà ... bello però questo disco di FionaApple che m'hanno passato... ieri c'era un incontro per la prima telestreet di padova,[ Venerdì 29 novembre ci sarà l'incontro introduttivo per creare la prima televisione di strada padovana del progetto Telestreet. Qualcuno di voi si ricorderà l'incontro al Parco Brentella con i redattori di OrfeoTV, che hanno fondato la prima televisione di strada italiana, un'emittente a bassissimo costo che copre un'area nell'etere di alcune centinaia di metri. Lo sviluppo del progetto sarà legato alla possibilità di scambio di materiale video tramite Internet, che permetterà la trasmissione di filmati che normalmente sono esclusi dalle televisioni commerciali. L'incontro, che si terrà nella Sala Caminetto (via Corn
Ah ma oggi, ma oggi mi sento proprio così, diobuono, (si può dire diobuono ? o la censura censurante censurerà il censurabile?) Sarà il vino? Sarà la voglia di parlare? che oggi se mi beccate, eh, sono in vena di confidenze. Ma sì, ma sì. In verità dopo il film di Michele Placido, Dino Campana insomma non è più molto frequentabile, con quella faccia un po' così che abbiamo noi quando siamo Stefano Accorsi, ma vabe' vabe'. BATTE BOTTE Ne la nave Che si scuote, Con le navi che percuote Di un'aurora Sulla prora Splende un'occhio Incandescente: (Il mio passo Solitario Beve l'ombra Per il Quai) Ne la luce Uniforme Da le navi A la città Solo il passo Che a la notte Solitario Si percuote Per la notte Dalle navi Solitario Ripercuote: Così vasta Così ambigua Per la notte Così pura! L'acqua (il mare Che n'esala?) A le rotte Ne la notte Batte: cieco Per le rotte Dentro l'occhio Disumano De la notte Più lontano Per
Ok, chi è lo spiritoso che oggi pomeriggio mi ha rubato i parafanghi della bici? (facendo tralatro un notevole lavoro?) eh?
Conversazione frequente in questi giorni - Che cazzo hai fatto? - Che? - Cosa hai fatto? sembri un bambino. - No, niente. Ho tagliato i baffi. - Ah, ecco. Checcazzo. Sembri un infante. Vuoi del latte? Intanto ieri un cane mi ha seguito, sotto la pioggia. Un cane gigantesco e nero.
Mi taglio i baffi e quei pochi peli che ho sul mento: sembro un diciasettenne. Mia madre, ridacchiando, mi chiede se ho problemi ormonali, perchè non mi cresce la barba. C'ho una mamma spiritosa, c'ho. Un comico, praticamente. La manifestazione più triste della storia, a Padova - contro la squadraccia speciale dell'assessore Saia, e contemporaneamente in solidarietà con i disobbedienti arrestati - con la pioggia: saremmo in mille o poco più - e attorno tutti i padovani bene che guardano ridendo mentre ci danno dentro con le spese natalizie prima ancora che i commercianti addobbino le strade - ma le vetrine già da un mese sfoggiano lucette e cappelli da babbonatale. Sfiliamo. Sfilamo tra le piazze. Alle volte non capisco se il corteo è già finito, o se per sbaglio mi sono confuso tra la gente in giro a fare shopping ; e vedo pochi poliziotti, c'è - fortuna - un megafono davanti, e ai lati ragazzi leccatissimi con spriz in mano. E' periodi di folpetti. Almeno
Il tuo cervello porca puttana gode delle endorfine prodotte dai ricordi puttana vacca fatti violenza porcaccia zozza pensa alla merda. Bisognerebbe difenderlo, dice (ma non riesce mica a nominarlo, il gobbo) E che ne dite voi? Be' non dico che sono contenta... Non sappiamo nulla, vediamo le motivazioni (e ma insomma! non sei mica un politico che deve stare attento a...) No, non andrà in galera. Ma la sentenza ... Eppure, una certa soddisfazione. (è così ingiusto pensare che ci sia la verità?)
Alle otto di mattina mia madre fa il soffritto. Ti sembra l'ora? con gli occhi che sembrano porcini. (Un ritorno delle tre di notte, in una sera con trenta centesimi in tasca, a mangiare bagigi dicendo non ho fame . E in effetti non avevo fame) Sei arrabbiato? Io? Sei depresso? Sempre, no? E oggi? Non studi? Eccheccazzo. Aspetto che un giorno la mia tesi si gonfi da sola. Il tempo passato e il tempo futuro Ciò che poteva essere e ciò che è sempre stato Tendono a un solo fine, che è sempre presente T.S. Eliot. Non che centri qualcosa con tutto questo. Avevo solo il libro aperto a caso qua davanti.
Riordino le idee e ti racconto. Allora. Al pullman alle otto: sono solo, gli amici di sempre non potevano; incontro F. Non abbiamo più molto da dirci, da tempo, (penso anche di stargli un po’ sul culo) ma è un bel segno incontrarlo, l’ultima manifestazione fatta assieme è stata quella del 25 aprile 1994 (anche questa è stata una liberazione? dai fantasmi, dai pregiudizi?) Il mio casuale compagno di viaggio, R., russa piano mentre dietro si scolano bottiglie di merlot. Io provo a leggere il giornale, ma ho una certa agitazione. A Firenze mi metto, mi tolgo il corpetto della CGIL ogni due minuti, poi lo piego. Mi perdo volontariamente, incrocio gente di Padova che mai avrei pensato di incrociare. Senza cellulare incontro a caso M. Passerò con lei - con le sue amiche - tutto il corteo. Le finestre sbarrate, alcune coi lucchetti, sono poche, il servizio d’ordine della sinistra giovanile è irritante a dire poco, ma ci sono i camion musicali, e cartelli e gente trav
Va bene. Ci siete stati davvero. Va bene? Quando ho visto le foto ci sono rimasto di merda? ... Sì, ebbene sì. ...
Venerdì gino e umberto , andando a Lucca per la porrettana, sono passati per Pavana, così dicono, hanno mangiato da checco finendogli la damigiana e hanno suonato assieme per tutto il pomeriggio. Checco si preparava per il concerto di martedì, ma loro gli hanno scombinato tutte le parole de "La locomotiva"... Loro credono che non ci creda, ma invece io lo so che non sono passati da Checco, perchè gli ho telefonato il giorno dopo e ha smentito tutto. Poi mi ha tenuto al telefono quattro ore a rivedere la scaletta del suo concerto di venerdì , ma è un piccolo prezzo da pagare per conoscere la verità ... Due giorni dopo gino, dormendo con me in un letto matrimoniale, ha sognato di combattere contro una pericolosa gang di yakuza inferociti.
Ci sono almeno tre cose che una persona sensata non dovrebbe mai fare, subito prima di andare a letto: 1 – riflettere sui propri fallimenti; 2 – mangiare un panino con wurstel, cipolle, salsa rosa; 3 – guardare Porta a Porta. Ieri, purtroppo, non sono riuscito a svicolare da Bruno Vespa. Si parlava di Firenze, del Forum Sociale Europeo. Dopo un’ora e mezza di trasmissione (e duemila incazzature) ho capito: 1 – che l’onorevole Larussa è convinto che a Genova (luglio 2001) ci sia stata un’insurrezione, garbatamente tenuta sottocontrollo dalle amabili forze dell’ordine; 2 – che i Nobili Fiorentini temono l’arrivo di una ciurma di cenciosi con nessun’altro scopo nella vita se non insozzare il loro salotto; 3 – che i proiettili di gomma sono meno pericolosi dei proiettili normali (ma va?); 4 – che i proiettili di gomma sono molto più utili dei lacrimogeni nella guerriglia urbana; 5 – che quindi a Firenze ci sarà guerriglia urbana (un ragionamento stringente.); 6 – che il g
Mezzaluna a mezzocielo, ieri; gialla. Mia sorella dice Tiziano ferro è innovativo, eh? (Io lo so, non mi si devono dire certe cose divento… sì, senza pietà) Gli americani facevano le stesse cose dieci anni fa, dico. Dieci? Anche di più. Mi fa il verso. Anna Karenina è incinta – Vronskij intanto mostra i denti e cade da cavallo. Non ti fai più sentire? No, è che è un periodo… Asociale? Asocialissimo. Allora non pranzi domani con noi… Be’ non così asociale. Ride a parlare di scarpe. Eusebio più ti capisco, più mi girano le balle. La tua irrequietudine mi fa pensare agli uccelli di passo che urtano ai fari nelle sere tempestose: è una tempesta anche la tua dolcezza, turbina e non appare, e i suoi riposi sono ancora più rari. E. M. Dora Markus I Supertramp sul cavalcavia mi spezzano il fiato, cambio canale al walkman mentre pedalo e qualcuno vuole assassinarmi con Battisti; imbraccio infine un ultimo Tom Waits che mi salva dal soccombere a Li
Se non aggiorni, mi dice, se non aggiorni vengo lì ti spacco il culo - no faccio di più mi dice faccio di più vengo a casa tua perchè so dove abiti non cercare di sfuggirmi non puoi sfuggirmi vengo a casa tua so dove abiti e ti suono il campanello tutta la notte e quando scendi ti racconto tutti gli episodi inquietanti e vergognosi della tua vita perchè li so e ne so tanti perchè ce ne sono tanti ed è inutile che fai tanto così l'intellettuale il distaccato io lo so non puoi sfuggirmi ti racconto tutte le merdate che fai che hai fatto in tutta la tua vita e non mi fermo neppure quando tu bastardo ti metterai a piangere per impietosirmi - so dove abiti - e neanche se mi dirai sì lo sono una merda merdosa neanche allora mi fermerò dal dirti tutto tutti i tuoi ricordi più terribili, tutti i tuoi pensieri più agghiaccianti tutte le volte - e sono tante - in cui ti sei comportato ridicolmente come oggi come sempre . sì ecco quindi aggiorna questo cazzo di blog se non vuoi finire male.
QUEI BAMBINI CHE GIOCANO un giorno perdoneranno se presto ci togliamo di mezzo. Perdoneranno. Un giorno. Ma la distorsione del tempo il corso della vita deviato su false piste l'emorragia dei giorni dal varco del corrotto intendimento: questo no, non lo perdoneranno. Non si perdona a una donna un amore bugiardo, l'ameno passaggio d'acque e foglie che si squarcia svelando radici putrefatte, melma nera. "D'amore non esistono peccati, s'infuriava un poeta ai tardi anni esistono soltanto peccati contro l'amore" E questi no, non li perdoneranno. Vittorio Sereni , Gli strumenti umani.
vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo, eh vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffanculo vaffancu vaffanculo lo vaffanculo vaffanculo no ecco, era da un po' che volevo scrivermelo.
Dialogo di un studente di lettere con una persona normale. - Ti offro da bere! Ho finito gli esami! - Ah, bene. E adesso, la tesi? - Be' pensavo verso Giugno. (occhi sgranati): - Così tardi?! Dialogo di uno studente di lettere con un altro studente di lettere. - Ti offro da bere! Ho finito gli esami! - Ah, bene. E adesso, la tesi? - Be' pensavo verso Giugno. (occhi a pallettone): - Così presto?! mah.
Mentre tutti si esaltano dei blog (blog di qua, blog di là) io comincio ad avere un po' di dubbi... Mi riprenderò da questa sorta di disgusto? Caro nicola , i blog fanno più male a chi li legge? o a chi li scrive?
Il mare è tutto azzurro. Il mare è tutto calmo. Nel cuore è quasi un urlo di gioia. E tutto è calmo. Sandro Penna Basta. Esco. Vado in vacanza. Tanto se dico che studio nessuno mi crede. (chissà perché) Alla settimana prossima, lo so che pioverà.
8 minuti ci vogliono ai miei genitori per ambientarsi e scassare i maroni. 8 minuti dopo un viaggio di 12 ore, invece di dormire, mia madre mette a posto i dischi (anche scocciata) poi apre il frigo e con un certo scandalo - che fai, bevi gin? - è venuta un po' di gente, dico - almeno con la tonica, risponde - no, con la lemonsoda - che schifo. il gin si beve solo con la tonica. gin-tonic. - o anche gin-lemon - cosa? - gin e lemonsoda. - no, il gin solo con la tonica. pensa te se devo mettermi a discutere sui miei gusti alcolici e dei miei amici con mia madre - c'è anche della vodka alla peska, dico per poco non se ne scappa urlando inorridita. fortuna che ho finito ieri il martini se no chissà che tragedia: l'ultimo stadio dell'alcolismo.
Sulle statistiche di agosto ho scoperto che qualcuno è arrivato a questo sito cercando su google: la signora se lo prese tutto nel culo Benvenuto, amico pornografo.
"Con critica letteraria intendo un discorso sulle opere letterarie che mette l'accento sull'esperienza della lettura, che descrive, interpreta, valuta il senso e l'effetto che le opere hanno sui (buoni) lettori, ma non tali da essere necessariamente competenti o professionisti. la critica apprezza, giudica; va per simpatia (o per antipatia), per identificazione e proiezione: il suo ambiente ideale è il salotto, di cui la stampa è un surrogato, non l'università; la sua forma principale è la conversazione." A. Compagnon, Il demone della teoria , Einaudi
Hard Rock. Allora: ci vuole uno stomaco vuoto, preferibilmente. E un bicchiere, alto e largo. Mezzo lo si riempie di vino bianco, con un po di selz. L'altro mezzo con Campari e Martini Rosso. Una fetta di limone, una fetta d'arancio, un'oliva (ma state attenti a simone , che se vi girate un attimo l'oliva ve la frega e vi lascia solo lo stecchino vuoto) Ne bevete due e siete pronti ad andare a letto, o a dire cazzate per una sera intera, o a un trapianto di fegato, se proprio ci tenete a sopravvivere qualche anno in più.
Che cavallona! urla il fruttivendolo Moreno. E' appena uscita una ragazza da un metro e novanta; Moreno non raggiunge il metro e venti se è tanto. Che cavallona! Ma non una cavalla da traino! Una cavalla da galoppo! dice. Tua sorella come sta? mi chiede. (Non capisco bene l'associazione mentale) Bene, è a Milano. E' dottoressa, no? Sì, psichiatra. Ah, dottoressa. E hai anche un fratello. Sì Dottore pure lui. Fisico. Ha studiato fisica. Ah. E anche tu sei avviato no? Sei quasi dottore, no? No. Io studio lettere. Medico anche tu? No. Lettere. Letteratura. E poi farai il medico. No. Studio l e t t e r e. Lettere. Ah. E poi? Eh e poi boh. Io mi butterei sulla medicina. Sì vabe' mi dai due pomodori? Attenzione: non mettete mai - dico MAI - la birra in freezer.
Alla finestra di fronte si sta disputando una gara di rutti. La preparazione per i fuochi d'artificio di stasera.
Vado a Berna, vado a Berna. Tanti saluti svizzeri a tutti. Ci risentiamo le settimana prozzima.
Mi chiedessero com'era vestita, non saprei rispondere. Direi: aveva gengive vivaci e capelli sfuggenti.
Lei è molto bella. Per tutta la sera mi chiede: - Ma davvero non ti sto sul cazzo? - No – rispondo – è che sono molto timido. - Sì, questo me l’hai già detto; ma allora non ti sto sul cazzo, vero? Lui ha la testa ad uovo e sembra un lottatore di wrestling. Qualcosa con un nome tipo: “La montagna mascherata” o “la morte rossa”. Da quello che ne so si sono lasciati da qualche mese. Siamo in una villa sui colli, un posto sperduto con un prato e un panorama. Lei a un certo punto scompare con un tipo che mi sembra piuttosto scialbo. “La morte rossa” si siede a gambe incrociate sul prato, con lo sguardo fisso dove lei si è infrattata. Qualcuno gli si siede accanto, lui dice: - No, è meglio che non ti metti qua. Aspetto. Osservo. Lei e lo scialbo ricompaiono. E’ strano, in quella zona del prato adesso ci sono solo loro: dieci minuti fa era piena di gente… Lui si butta sull’altro per menarlo, lei si mette in mezzo un paio di volte, poi riesce ad allontanarlo. Non li vedo più. lo scia
A. paga il suo gelato: usa una banconota da cinque euro. Io pago il mio – coppa Amarena – banconota da 10 euro. Mentre la signora alla cassa mi dà il resto, sento dietro di me A. e C. sghignazzare. Hanno l’aria divertita e imbarazzata. - Cosa ho fatto questa volta?, chiedo - Niente, niente, usciamo. Ci incamminiamo verso il centro di Abano. A. mi fa: - Guarda la banconota. La guardo. – E’ quella con cui ho pagato io. – mi dice - Non ti sembra che manchi qualcosa? - Zio vacca! L’ologramma! - Me l’hanno data in farmacia stamattina, è tutto il giorno che tento di smerciarla. - Checcazzo, proprio a me? - No no, dai, domani te la cambio - Be’ no, non importa, la darò a Simone per la grigliata. Stamattina, a prendere il giornale. Pago. Mi allontano lentamente. Non voglio destare sospetti. Dopo dieci metri sento i passi della giornalaia paffuta: - Aspetti! Aspetti! Mi mette davanti i 5 euro: - Questi qui, non sono validi. Ah sì? --- all’inizio sono anche credibile. Le ridò
Il grande ponte non portava a te. T'avrei raggiunta anche navigando nelle chiaviche, a un tuo comando. Ma già le forze, col sole sui cristalli delle verande, andavano stremandosi. L'uomo che predicava sul Crescente mi chiese: "Sai dov'è Dio?". Lo sapevo e glielo dissi. Scosse il capo. Sparve nel turbine che prese uomini e case e li sollevò in alto, sulla pece. Edimburgo , VENTO SULLA MEZZALUNA, E. Montale
Oggi scriverò come Nicola . he he he. Il museo della navigazione di Battaglia Terme era piccolo. La giornata era stupenda. Ero andato in bicicletta. Sull'argine si stava bene. Ascoltavo Paolo Conte. I ciclisti che mi superavano veloci mi guardavano strano. Perchè cantavo a squarciagola. Da solo. Erano ciclisti orribili e obesi. Il custode del museo ha avuto pietà di me. Mi ha fatto da guida. Raccontandomi tutte le storie. Mostrandomi tutte le foto. E la storia di un pesce siluro di un metro e mezzo. Non che lo ascoltassi molto. Catturato dalla luce, il mio cervello si proiettava sui modellini delle barche. La stanchezza mi faceva navigare placidi i pensieri. - Buonanotte, eh? - Buonanotte. - A presto. - Sì, a presto. - Sì, buonanotte. Buonanotte. La sua voce era già da un'altra parte. Ma la mia era l'ultima che aveva sentito prima di addormentarsi.
Qui devo aggiornare almeno una volta ogni due giorni se no Nicola mi toglie dai suoi links e non è il caso... sono un po' intontito da uno spriz che ho bevuto per sperimentare un nuovo posto in centro che sta aperto fino a tardi... solo che per accaparrare clienti fa degli spriz fortissimi e io adesso non capisco più tanto bene cosa mi accade intorno, è già tanto che riesca ad organizzare le frasi sensatamente... dovevo andare al cinema stasera a vedere Resident Evil ("fa una paura..." mi avevano detto "...paurosa! una paura paurosa!") ma dovevo andarci con un amico che non ha la macchina, solo la moto... l'uragano Giustina non ci dà tregua quest'estate continua a diluviare: niente cinema neppure oggi... be' dai vado a dormire buonanotte, eh?
AVANZI SAVOIA di Alessandro Robecchi per il Manifesto Non dovranno dimostrare di avere un lavoro regolare, cosa che peraltro non hanno mai avuto. Non dovranno essere chiamati nominalmente dal datore di lavoro. Non dovranno nemmeno lasciare le impronte digitali. Eppure, come ha deciso ieri la Camera dei deputati, i Savoia potranno rientrare in Italia: una sanatoria in piena regola per questi bellimbusti extracomunitari che, arrivando dalla Svizzera, non rischieranno nemmeno di farsi intercettare dalla Marina italiana con licenza di affondarli in mezzo al mare. Certo il loro rientro sarà un viaggio terribile: in yacht dall'isola di Cavallo a Nizza, poi in limousine fino a Ginevra, poi in Ferrari fino a Saint Moritz e poi, finalmente si affacceranno ai nostri confini. Un'odissea spaventosa, resa ancora più ardua dal fatto che parlano l'italiano un po' meno di Biscardi e che lo parlano con l'accento del Tartufòn dei panettoni. Ma in questo modo - assicurano le più
Il bidello del dipartimento di francese lo chiamiamo "L'inquilino del terzo piano". Ha un che di demoniaco: non so se la cammianta ondulata, lo sguardo acceso ma intontito o il sorriso aguzzo. Fatto sta che che è strano. Gira per l'università e saluta tutti. A volte puzza un po' d'alcol, ma l'altro giorno che pioveva mi ha prestato un ombrello per tornare a casa. Oggi gliel'ho riportato. "Come va?" gli ho chiesto. Ha ondulato lento la mano aperta. "Potrebbe andare meglio?" "Potrebbe andare meglio." ha detto. "Eh, potrebbe sempre andare meglio." "Sì" ha detto, senza più guardarmi, "Ma se andasse meglio sarebbe meglio."
Poi mi dicono su perchè non aggiorno... ma quando aggiorno sto coso non funziona! zio vacca.
Oggi: esame di filologia romanza. L'assistente interroga una ragazza, alla fine chiede:"Come si chiama?" "Ines T." "Anno?" "Primo" "Noooo, volevo dire quando è nata, no?" "Ah: 1982" "Sa: negli anni '80 andavano molto di moda le telenovelas. Non è che sua madre le ha dato quel nome dopo aver visto la TV?"
Sì, no, non sono scomparso, è che all'improvviso non ho più nulla da scrivere e mi connetto sempre meno. Sto studiando, pure, con dubbi risultati, ma tant'è. Credo di riprendere a settembre, con qualche rara puntata in agosto, se sopravvivo alla sessione. Magari cambio anche grafica, se ci riesco. non credo di riuscirci. mah. vedremo.
Uff, c'era un bell'articolo ieri sull'unità, di Furio Colombo sulle impronte digitali, e volevo linkarlo qui oggi ma non riesco a trovarlo, ma insomma vabe' vado a leggermi il mio oroscopo di fiducia... (Hanno appena suonato quei pazzi leninisti di Lotta Comunista, vanno in giro con sto caldo ad autofinanziarsi, bisogna dire che c'hanno del coraggio, fa forse tutto parte della loro follia.)
Ho letto una storia del Mullà Nasrudìn (…) Che Il Mullà Nasrudìn andava in carrozza con un suo amico verso Baghdad, il suo amico ha visto un’indicazione stradale che diceva che Baghdad era nella direzione opposta a quella dove stavano andando Guarda che il cartello dice che per Baghdad dobbiamo andare dall’altra parte, aveva detto il suo amico al Mullà Nasrudìn. Ma perché devi sempre concentrarti su dei particolari fastidiosi, gli aveva risposto il Mullà Nasrudìn, guarda piuttosto come andiamo veloci, in questa carrozza. Paolo Nori , Si chiama Francesca, questo romanzo , Einaudi
Michele Serra Certo, in quasi trent’anni di giornalismo si impara a dubitare delle proprie idee, e comunque a usare in maniera più accorta le parole. Certo, è molto importante aprirsi alle opinioni degli altri, e guai a chi si illude di avere già capito come funziona il mondo e chiude porte e finestre alle novità in corso. Certo, l’attitudine alla polemica non deve far mai venire meno una certa qual cavalleria, così che i modi non siano mai così rozzi da gettare una cattiva luce anche sulle migliori ragioni. Certo l’accortezza dello stile , la misura dello scrivere devono essere sempre ben temperati , perché solo così si riesce a dominare la materia grezza delle emozioni e a trasformarla in discorso, in ragionamento. Certo, soprattutto in un periodo così acido e arroventato, la responsabilità di chi scrive è particolarmente alta, ed è gravemente sbagliato gettare benzina sul fuoco. Ciononostante, sono assolutamente sicuro che l’idea di intitolare alla mamma di Berlusconi un nuovo
Dovrei intitolare questo blog: Le mie avventure dal giornalaio. Anche oggi mi sveglio incazzato. Ho fatto brutti sogni e ho dormito male. Esco appena vestito. Il giornalaio non aspetta neppure che io apra bocca e mi passa l’Unità. Poi dice: “Ci sono due cazzi che si incontrano…” Non ho capito bene: “Cosa?” gli faccio. “Ci sono due cazzi che si incontrano” No. Non ho capito bene di nuovo, ma annuisco e lo lascio proseguire: “All’Università, si incontrano. E uno dice: ti vedo un po’ teso. Eh sì, fa l’altro, tra poco ho un esame orale.” Sghignazza. Io (stronzo fino al midollo): “L’avevo già sentita.” dico. “Ah, sì?” fa lui, sempre col sorriso. Poi incrocia le braccia e aspetta che gli racconti una barzelletta pure io. Aspetta, aspetta pure. Da tre settimane cerco un libro per un esame: Nievo: Il Novelliere Campagnuolo Ho girato tutte le librerie di Padova. L’ho ordinato e riordinato in giro. Un libraio mi ha detto: “Io sono cinquant’anni che lavoro qui e questo libro non l
Rientro a casa verso mezzanotte. Mia madre esce di scatto da una porta e dice: - Ma tu, ce l'hai la ragazza? - No. - Ma come fa un ragazzo di 27 anni senza una ragazza? - Eh, come fa : fa.
Sono donne che sanno di Giorgio Caproni Sono donne che sanno così bene di mare che all'arietta che fanno a te accanto al passare senti sulla pelle fresco aprirsi di vele e alle labbra d'arselle deliziose querele.
In centro stamattina, c'era il banchetto della UAAR: Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti . Quattro vecchietti spelacchiati che raccoglievano firme sul funerale laico, sulla revoca del concordato, sull'eliminazione del crocifisso dai seggi elettorali. Inutile dire che ho firmato tutto. Me li vedo, mentre fanno le riunioni, questi vecchi da osteria, che bevono e bestemmiano. Penso che presto mi iscriverò.
Come ogni mattina, vado dal giornalaio. E’ da un mese circa che mi sveglio incazzato e non so perché e anche oggi non è diverso. La mia capacità linguistica, poi, è azzerata dal sonno. Chiedo l’Unità, pago, e, ancora prima che io possa toccare il giornale, un tizo al mio fianco mi domanda: “Posso darci un’occhiata?”. Penso – acidissimo - :“Vaffanculo, chiedine una copia al giornalaio e guarda quella”, ma non faccio in tempo a rispondergli che quello sta già sfogliando. E’ un tappo, sembra sui quarant’anni, con occhiali quadrati, una camicia bianca, una giacca nera, capelli corti. Sfoglia il giornale velocissimo, non legge nessun titolo, non sbircia neppure le foto. E mentre sfoglia mi chiede a raffica: “Perché compri l’Unità ? Cosa ti piace de l’Unità ?” “Che differenza c’è col manifesto ?” “Perchè ti piace di più L’Unità ?” “Che firme ci sono su l’Unità ?” e via così --- Io sono molto intontito, sia dall’ora mattutina, sia dall’ondata di domande con cui mi affoga: invece di pi
Ginocchi di Giorgio Orelli Io sono uno studente e studio su una terrazza contro prati in pendio dove errano galline sui cui possono piombare falchetti detti sciss . Il fucile è qui, accanto a me. Da un pezzo una ragazza bruna di fuorivia va in altalena, ogni poco mi vengono incontro i suoi ginocchi lucenti. Fingo di scrivere qualcosa e a un tratto, nell'attimo che giunge alla mia altezza, le chiedo una gomma per cancellare. Lei subito salta giù, corre in casa, torna fuori e mi dà una gomma biancicante. Cancello il bianco e poi col lapis scrivo sulla gomma, in stampatello: T'AMO. La dichiarazione è così netta che arrossisco, l'attenuo fregandovi il pollice. Adesso forse va bene, posso restituire la gomma. La ragazza scappa in casa, non si fa più vedere.
Allora gioco anche io: Le cinque cose che mi fanno più schifo: 1. I peperoni 2. I nazisti 3. La burrina bianca (chi ha capito: bene; perchè non specificherò) 4. Silvio Berlusconi 5. La suoneria dei telefonini che fa ta ta tata ta ta (è chiaro, no?)
Esorcismo col riso di Velimir Chlebnikov (e chi è?) (trad. A.M. Ripellino) Oh, mettetevi a ridere, ridoni! Oh, sorridete, ridoni! Che ridono di risa, che ridacchiano ridevoli, oh, sorridete ridellescamente! Oh, delle irriditrici surrisorie - il riso dei riduli ridoni! Oh, rideggia ridicolo, riso di ridanciani surridevoli! Risibile, risibile, ridifica, deridi, ridùncoli, ridùncoli, ridàccoli, ridàccoli. Oh, mettetevi a ridere, ridoni! Oh, sorridete, ridoni!
Conversazione con mio padre n.1 Ho fatto un esame! Ah. Come è andato? Bene! Ho preso trenta! Ah. Quanto l'hai studiato, tre giorni? Be' un po' di più, ma... Adesso quanti ne mancano? Tre? No, cinque. Ma... Pensavo tre . No. Cinque.
Brèkane è sotto esaurimento da esame. Deve ancora finire il programma, e ha 24 ore per farlo. Il masterizzatore di Duccio, regalato ieri, non funziona. Sarò stato io a portare sfiga, continuando a dire "Sì, te lo abbiamo dato oggi, così se non funziona, lo riporti indietro" "C'è il pericolo che non funzioni?" "No no no, certo che no. Hai visto la marca? Eh? L'hai vista? La conosci?" "No." "Neanche io. Ma sembra che funzioni, non ti preoccupare." Ale , che evidentemente è più scaramantico di me, soprattutto dopo che io ho bevuto due spriss, cercava di cambiare discorso: "No, ma te l'abbiamo dato anche perchè temevamo che te lo comprassi anche tu..." "Sì, ma anche perchè se non funziona..." "No, ma soprattutto perchè se te lo compravi..." "Sì e poi se non funziona, adesso..." eccetera. Be' torno a studiare, meglio, va'. Ah. L'altro giorno era il comple
Sì, ho tagliato i capelli. Non è che ne avessi molta voglia. Il fatto che io avessi i capelli così lunghi infastidiva un poco mio padre, e la cosa, lo ammetto, mi provocava un certo piacere. L'ho fatto non solo perchè si erano indeboliti , come dice il mio barbiere. E' che quando hai 27 anni e i capelli tanto lunghi, certi tuoi coetanei (no, Duccio, non sto parlando di te) ti guardano come se li stessi sfidando, quasi una questione personale.
- E il tuo blog è brekane, no? Un attimo di silenzio, poi annuisco. Fa un certo effetto quando scopro che qualcuno legge questo sito, a parte i soliti tre quattro di cui ho precisa conoscenza. Un certo timore. - Ma il tuo è di citazioni, no? Ecco, un timore. E una sicurezza: che chi parla si è fermato ad un certo punto. "Be' più o meno" gli dico. Non insisto. Sul serio, mi intimorisce pensare che qualcuno che conosco e a cui non ho dato io l'indirizzo stia leggendo. Se fosse uno sconosciuto, vabbe'. Per fortuna si cambia subito argomento. Io mi metto a giocare con cellulare di Beppe. - Invece quello di Nicola sta cambiando. E' come se... Come se? Lo so Nicola che stai leggendo, non ti darò la soddisfazione di sapere che si è detto ha ha ha ha ha E' arrivato mio padre, devo aiutarlo a scaricare il vino. continua?
Stupido Blog, perchè non mi pubblichi le cose quando te lo chiedo? ma sempre con un giorno di ritardo? eh, bastardo?
QUEL CHE SUCCEDE IN QUESTI GIORNI Pronto, ciao. Ehi! Ciao. Come va? Bene, tu? Bene. Stasera? Che fai? Boh, e tu? Mah. Andiamo al cinema? Sì, ma non ho soldi. No, neanche io. Be’ possiamo fare due chiacchiere. Ho qualche birra in frigo. Perfetto! Ma non stiamo fuori tanto… No no, voglio andare a letto presto. Anch’io. Domani devo studiare. Già. Sì: stiamo fuori poco. Un’ora. Un’ora, un’ora e mezza. Sì, ma a mezzanotte voglio essere a letto. Sì, anche io. Undici e mezza, mezzanotte. Allora ok. Ok. Ci vediamo alle dieci? Ok. Chiamo gli altri. Ok. Ma stiamo poco. Poco. Pochissimo . Il tempo di una birra. Ok. Ciao Ciao. ORARIO MEDIO DI RIENTRO: 1.30.
Per la serie: “SENZA VERGOGNA! ”: NOTE ritrovate in un vecchio quaderno, datate 17 Ottobre 1998. Prima puntata (di 4) Nel 1997 Papa Giovanni Paolo II morì in seguito ad un intervento chirurgico particolarmente lungo e impegnativo. Uno degli infermieri aveva lasciato, tra l’intestino e i polmoni, una croce di legno lunga circa 20 centimetri. La croce aveva fatto infezione, portando il papa a morte precocissima. Interrogato da una commissione di inchiesta appositamente nominata su cosa ci facesse in sala operatoria con un crocifisso, l’infermiere rispose: volevo farmelo autografare. Dopo questo avvenimento, il primario della sezione chirurgica dell’ospedale Gemelli di Roma, Pietro Gliata, fu estromesso dall’ordine massonico di cui faceva parte: i Santissimi Cazzuolatori di Malta. (continua…)
Autolesionismo - Ma che piede c'hai? - Eh, quarantasei. - Quarantasei? Be' (ridendo cameratesco) : piede lungo, uccello lungo. - No, purtroppo no.
Perché mi arrivano le lettere di Frate Indovino? Mi scrive: E' certo che, da parte mia, porgo la mano per offrire quello che in realtà ho di più caro: la mia Fede in Dio ed il rispetto per tutte le Sue creature. o anche: Dalla corrispondenza che fino ad ora ho ricevuto emerge un partecipato consenso per l'Almanacco Frate Indovino 2002, dal titolo "Zuccherini Italiani". Non solo la veste grafica è reputata gradevole, ma anche il tema di fondo (che bacchetta in modo bonario quei "vizzietti" tipici degli "arrivisti nostrani" vecchi e nuovi) è stato compreso e anche apprezzato. Caro Frate: cambi nome, la prego. Io - glielo dico una volta per tutte - sono ateo. Non bestemmio solo perchè mi vengono meglio altre parolacce. Degli "Zuccherini Italiani", che, detto con franchezza, mi fanno venire la pelle d'oca, non me ne frega un cazzo. E "vizzietti" si scrive con una zeta sola.
Traducendo Brecht di Franco Fortini Un grande temporale per tutto il pomeriggio si è attorcigliato sui tetti prima di rompere in lampi, acqua. Fissavo versi di cemento e di vetro dov’erano grida e piaghe murate e membra anche di me, cui sopravvivo. Con cautela, guardando ora i tegoli battagliati ora la pagina secca, ascoltavo morire la parola di un poeta o mutarsi in altra, non per noi più, voce. Gli oppressi sono oppressi e tranquilli, gli oppressori tranquilli parlano nei telefoni, l’odio è cortese, io stesso credo di non sapere più di chi è la colpa. Scrivi mi dico, odia chi con dolcezza guida al niente gli uomini e le donne che con te si accompagnano e credono di non sapere. Fra quelli dei nemici scrivi anche il tuo nome. Il temporale è sparito con enfasi. La natura per imitare le battaglie è troppo debole. La poesia non muta nulla. Nulla è sicuro, ma scrivi.
Intanto, l’alba. Era da tempo che non restavo sveglio così tanto. Mi si chiudevano gli occhi, facevo perfino fatica a guardare. Ale , invece, era come se si fosse appena svegliato, si era bevuto anche un caffè. Io: crollavo. Avevamo visto la luce del sole diffondersi mentre chiacchieravamo. Poi, piano piano, se ne erano andati tutti: Duccio, Guido, Ale. Ho pulito il tavolo, stavo per infilarmi a letto, ma prima sono uscito un po' in balcone. Erano le sette. L’aria a quell’ora sembrava diversa, più limpida, più facile da respirare. Invece di andare a dormire sono sceso a prendere il giornale. Ho spaventato il mio giornalaio scorbutico e leghista. Era solo, ed è abituato a vedermi verso le nove e mezza. Non credo che abbia una buona opinione di me. Per rompergli le balle, una volta, entravo tutti i giorni nel chiosco e uscivo senza comprare nulla, dopo aver sfogliato tutti i fumetti e tutte le riviste. Lo mandava in bestia, questa cosa. Forse pensava pure che rubassi qualco
Sciopero delle banane L'altra sera, a casa mia, si discuteva con Nicola di quello che Libero - giornale pacato e obiettivo - aveva chiamato Lo Sciopero delle banane , sottotitolando - altrettanto pacatamente e obiettivamente - Gli ultimi comunisti in piazza, d'accordo con chi ha ucciso Biagi . Non abbiamo discusso molto. Tra fagioli alla Bud Spencer e patate al forno e vino e grappa ci si è un po' persi. Ma una cosa mi è rimasta in mente, perchè poi l'ho sentita dire anche dal nostro mega presidente del consiglio - devo proprio nominarlo? - l'onorevolissimo cav. Silvio Berlusconi. (Baciamo le mani) L'argomento è, più o meno, "Molti di quelli che hanno scioperato, non sapevano perchè scioperavano". Il nostro super presidente del consiglio ha dato cifre più precise, naturalmente; secondo lui 8 persone su 10 non sapevano perchè stavano manifestando. Ciò vuol dire che se lo avessero saputo, se fossero stati più consapevoli, cioè se non si fossero fat
Sciopero La manifestazione, oggi a Padova, è stata bella. C'era tantissima gente, da tutto il Veneto. Gli organizzatori hanno detto che eravamo in 80.000, forse eravamo un po' meno: ma eravamo tanti. Se penso che ci sono state manifestazioni simili in tutta Italia, mi viene la pelle d'oca. Piazza Insurrezione, di solito un parcheggio, era piena di bandiere. Così piena che anche da due metri non si riusciva a vedere il palco. Ho sentito più di una persona dire che s'era commossa. Io... io sono stato bene. Ho passeggiato con la bici tra i giocolieri, passando attraverso gruppi diversissimi di sbandieratori e liceali scalmanati che pogavano. C'era anche la Liga Veneta, saranno stati in dieci, un po' isolati ma nessuno gli diceva nulla. Sarò scemo, ma c'erano striscioni commoventi. C'erano cinque ragazzi solitari che giravano in fila con un drappo giallo su cui c'era scritto: Facoltà di Matematica. Che dire? c'era anche la facoltà di matematica!
Volevo parlare di Palestina, ma c'è già chi lo fa molto meglio di me. Invece due notizie marginali. Pagina 18 del Corriere della Sera di lunedì 15 aprile: LANDI, VIOLATO SU INTERNET IL SUO SITO SEGRETO "ROMA - Michele Landi utilizzava un sito segreto forse per nascondere dietro alle sue foto messaggi cifrati. Due giorni prima di essere trovato impiccato, il tecnico informatico consulente del presunto telefonista delle Brigate Rosse Alessandro Geri nell'inchiesta sull'omicidio D'Antona, aveva cancellato tutte le immagini. Ma venerdì scorso, pochi istanti prima che il legale della famiglia della vittima (...) riuscisse ad entrare nel sito con l'aiuto di un esperto, un "pirata" l'ha preceduto ed ha compiuto interventi sospetti. L'avvocato ha registrato le operazioni su un dischetto e oggi lo consegnerà ai magistrati. (...)" A parte l'uso osceno dell'italiano, una notizia interessante. Sicuramente più interessante dell'
Da l'Unità : 11.04.2002 Troppo poco di Maria Novella Oppo Chissà perché, da quando tutti i tg hanno mandato in onda la dichiarazione del ministro Scajola sul 'probabile suicidio' del tecnico informatico Michele Landi, abbiamo cominciato a dubitarne. Pregiudizio politico? No, è che non si capisce perché un ministro degli interni debba dare per conclusa un'inchiesta appena avviata. Infatti ieri questa ovvia constatazione è stata fatta anche dai parenti del morto ripresi durante il funerale. E la sera precedente a 'Primo piano' altri parenti e amici avevano portato tanti elementi di dubbio da costituire quasi una certezza. Soprattutto è parso sicuro il pm palermitano che in passato lavorò con Landi e che sembra conoscere molto più del carattere dello studioso, di cui il pubblico invece conosce una sola foto, in cui sorride. Poi la tv ci ha fatto vedere l'esterno della sua casa, la stradina di un antico centro storico, la scaletta di pietra, il portonci
Interviste inutili 1 Emanuele formula questo genere di pensieri: “La teoria linguistica che stiamo studiando postula i limiti della comunicazione, dovuti a fatti semantici individuali e a problemi di contesto. Se io e te stiamo parlando - se tu sei il ricevente, io l’emittente di un messaggio - tu capirai solo una percentuale di quello che io voglio dirti. Questa percentuale può tendere a zero o a cento, ma non potrà mai essere esattamente zero o esattamente cento. Adesso: mettiamo che io stia parlando da solo. Diciamo che pensare è un modo tutto particolare di parlare da soli. In questi casi l’emittente e il ricevente sono la stessa cosa. Allora vuol dire che quando pensiamo non ci capiamo mai del tutto, no? Vuol dire che qualcosa di quello che diciamo a noi stessi ci sfugge sempre…” “E’ per questo che ci sono gli psichiatri”, commenta la professoressa, “Forse non faresti male ad incontrarne uno…”- questo non lo dice, ma dallo sguardo è chiarissimo che lo pensa. Emanuele, perch
Tutti i giorni - Ingeborg Bachmann (trad: M.T. Mandalari) La guerra non viene più dichiarata, ma proseguita. L'inaudito è divenuto quotidiano. L'eroe resta lontano dai combattimenti. Il debole è trasferito nelle zone del fuoco. La divisa di oggi è la pazienza, medaglia la misera stella della speranza, appuntata sul cuore. Viene conferita quando non accade più nulla, quando il fuoco tambureggiante ammutolisce, quando il nemico è divenuto invisibile e l'ombra di un riarmo eterno ricopre il cielo. Viene conferita per la diserzione dalle bandiere, per il valore di fronte all'amico, per il tradimento di segreti obbrobriosi e l'inosservanza di tutti gli ordini.
-Anche l'informe ha una forma: è la forma dell'informe. Mario Richter , Docente di Letteratura Francese all'Università di Padova
Conversazione con mia madre N. 2 - Sai cos'è che puzza, in salotto? - No - E' la tela del divano. - La tela del divano. - Sì. Tu ci metti i piedi, poi puzza. - Ma se ci stai sempre tu, lì! - Io appoggio i piedi dall'altra parte... - E poi i miei piedi non puzzano. - Questa è una leggenda.
Un'intervista interessante: http://www.ilbarbieredellasera.com/article.php?sid=2368
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale
Diario da Tel Aviv di Manuela Dviri (scrittrice israeliana) dal Corriere della Sera Quell’ufficiale non mi ruberà i miei ideali «Andate andate soldatini che il buon nonno Sharon vi porta a combattere bambini, a uccidere, a morire, e a tornare a casa in pezzettini...», scandiva oggi a mezzogiorno, sotto un sole cocente, un gruppo di ragazzi imbrattati di sangue finto davanti al ministero della Difesa. Dalle automobili che passavano arrivava di tutto, dai sorrisi di incoraggiamento alle minacce («Speriamo che venga un palestinese e vi faccia fuori tutti»). Gli israeliani, si sa, son di sangue caldo. Domani ci sarà un'altra dimostrazione, che partirà dalla piazza a nome Rabin, e domenica un'altra ancora. Nei cimiteri militari hanno sepolto cinque soldati. E a Tel Aviv la vita sta tornando, lentamente, a una specie di cauta normalità. Tre, quattro giorni senza attentati e un po' di sole e già tutti al ristorante, al mare, per la strada. Io invece sono di umore nero. Non
PALESTINA - Joe Sacco - Mondadori 2002 Dalla prefazione dell'autore (scritta nel luglio del 2001): "Questo libro parla della prima Intifada contro l'occupazione di Israele, che stava raffreddandosi proprio durante il mio soggiorno. Mentre scrivo queste parole, sta prendendo il via una nuova Intifada perché, in breve, l'occupazione di Israele e tutte le conseguenze della dominazione di un popolo ad opera di un altro, non si sono fermate.Palestinesi e israeliani continuano ad uccidersi in un conflitto a bassa intensità o con violenza diffusa (con uomini bomba, fuoco dagli elicotteri, bombardamenti aerei) fino a che il nodo di tutto, cioè l'occupazione israeliana, non si porrà come un elemento da risolvere nella legge internazionale e come principio di diritto umanitario."
Adesso s'ha solo da mettere apposto la grafica... Intanto leggete cammina....cammina..
I RAGAZZI (terza parte) Firas ha 15 anni e milita nel Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, uno dei gruppi di resistenza che influenzarono la rivolta nelle prime settimane di agitazione… Come mai ti sei lasciato coinvolgere dall’intifada? “Per me è un modo per riprendermi il mio paese, per liberarlo dall’occupazione, per far sì che il mondo intero conosca la nostra situazione… Vedo come i soldati trattano i miei genitori, i miei fratelli sono stati picchiati, uno di loro è in carcere…” Come sei stato reclutato dal Fronte Popolare? “Un mio vicino di casa è venuto a trovarmi, mi ha chiesto quale fosse la mia fede politica, se aderissi alle iniziative di Hamas o a quelle di altri gruppi. Poi, per un paio di giorni, mi ha osservato e studiato, ha visto chi frequentavo, dove andavo… Quando decise che potevo essere la persona giusta, mi chiese se volessi aderire al Fronte Popolare. Mi disse che avrei dovuto prendere in considerazione la proposta se mi importava qual
Flaubert "Per me un libro è sempre stato una maniera speciale di vivere" Mah... "Lo stile si ottiene solo con un lavoro atroce, con un accanimento fanatico e una totale dedizione." "... Non voglio pubblicare niente... io lavoro con assoluto disinteresse e senza fini reconditi, senza alcun pensiero estraneo..." Non ci crede nessuno .
Alba (traduzione moolto libera dal francese) Ho abbracciato l'alba d'estate. Niente ancora si muoveva sulla faccia dei palazzi. L'acqua era morta. Le ombre non arretravano sul sentiero del bosco. Camminavo, svegliando i respiri tiepidi e vivi, e le gemme guardarono e le ali si alzarono senza un rumore. Il primo avvenimento fu, nel sentiero già pieno di sfavillii freschi e pallidi, un fiore che mi disse il suo nome. Risi col wasserfall biondo che si arruffò attraverso gli abeti: sulla cima argentata riconobbi la dea. Allora tolsi i veli uno a uno. Nel viale, agitando le braccia. Per la pianura, dove l'ho annunciata al gallo. Nell'enorme città, lei scappava tra i campanili e le cupole, e io, correndo come un mendicante sul lungofiume di marmo, io la incalzavo. In cima alla strada, vicino a un bosco d'alloro, l'ho avvolta coi suoi veli ammucchiati, ho sentito il suo corpo immenso. L'alba e il ragazzo caddero sul fondo del bosco. Al r
Che ci faccio qui? Dovrei essere fuori, al sole, con qualcuno; non qui, da solo, davanti al computer. Le finestre aperte hanno un odore primaverile. Ieri avrei voluto avvicinarmi di più. Chiodo schiaccia chiodo, non è che ci sono chiodi all'orizzonte? No, cioè sì, se... (Glielo dico? Ce n'è una, ma è già occupata... Troppo! troppo clamoroso! Sto zitto) Uff, sei troppo selettivo... Già. Com'era la fine? Non lo so, guardavo te che ti addormentavi. (no, nessun tono romantico. Divertito, ecco. Con quel giusto understatement per non far capire. E al buio se arrossisci non si vede.) Sul serio: non dovrei essere qui, ora.
"Semplicemente, non avevo voglia di occuparmi di quelle cose, non ero capace, non mi interessava niente. Eppure fingevo, e non mi interrogavo sulle ragioni della mia ostinazione perché ancora non sapevo quanto fosse tipico dei letterati l'impulso a cercare diversivi, a scovare impegni per sottrarsi al destino che si sono scelti e a cui nessuno li ha costretti." Antonio Franchini, L'abusivo , Marsilio, 2001
- E' ora di rivalutare la merda. - E quando mai è stata svalutata? Altan, su Linus di marzo
Lipogramma : componimento letterario, gener. testo scritto in cui, per artificio retorico, si omettono intenzionalmente tutte le parole recanti una denominata lettera o gruppo di lettere, ovvero si omette da tutte le parole una certa lettera o gruppo di lettere. Ad esempio: Lpgrmm : cmpnmnt lttrri, gnr. tst scrtt n c, pr rtfc rtrc, s mttn ntnznlmnt ttt l ptl rcnt n dnmnt lttr grpp d lttr, vvr s mtt d ttt l prl n crt lttr grpp d lttr. Insomma: il codice fiscale, oltre ad essere un componimento letterario, è un lipogramma.
"3. Estetica della riduzione (less is more?) Una foto in bianco e nero è una forma di censura sui colori per questioni di eleganza stilistica. Il supereroe cieco Devil acquista superpoteri in un incidente che gli toglie la vista potenziando al massimo gli altri sensi. I racconti a scatole cinesi mostrano che il gran contentitore dei racconti, il mondo, non è nient'altro che un racconto racchiuso dentro un racconto racchiuso dentro un racconto. Secondo Karl Kraus un aforisma dice una mezza verità o una verità e mezza. I romanzi mancanti di vocali di Georges Perec insinuano che il linguaggio sia un enorme lipogramma, rimasuglio afasico di una lingua ipervocalica che ha perso per strada centinaia di fonemi. Per malinteso realismo, romanzieri ingegnosi si avvilisocono in voci narranti meno intelligenti di loro." Tiziano Scarpa Cos'è questo fracasso Einaudi 2000 Cos'è un lipogramma ?
- Senta prof.: a me della storia di Venezia non me ne frega un cazzo. - Ma no, ma non dica così. - Sì sì invece che lo dico, eccome se lo dico, lo ripeto pure. - Ma è il mio lavoro di una vita, Venezia, sul mare... - Sul mare, sì, i ponti, la laguna, ma che palle... Ci sono così tante cose al mondo che uno potrebbe fare... - Guardi: 25, le va bene? - Facciamo 26. - 25 e mezzo. - 26. - Ok, 26. Ma domani viene con me a San Marco. - Non se ne parla nemmeno.