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Sciopero delle banane

L'altra sera, a casa mia, si discuteva con Nicola di quello che Libero - giornale pacato e obiettivo - aveva chiamato Lo Sciopero delle banane, sottotitolando - altrettanto pacatamente e obiettivamente - Gli ultimi comunisti in piazza, d'accordo con chi ha ucciso Biagi. Non abbiamo discusso molto. Tra fagioli alla Bud Spencer e patate al forno e vino e grappa ci si è un po' persi. Ma una cosa mi è rimasta in mente, perchè poi l'ho sentita dire anche dal nostro mega presidente del consiglio - devo proprio nominarlo? - l'onorevolissimo cav. Silvio Berlusconi. (Baciamo le mani) L'argomento è, più o meno, "Molti di quelli che hanno scioperato, non sapevano perchè scioperavano". Il nostro super presidente del consiglio ha dato cifre più precise, naturalmente; secondo lui 8 persone su 10 non sapevano perchè stavano manifestando. Ciò vuol dire che se lo avessero saputo, se fossero stati più consapevoli, cioè se non si fossero fatti traviare dal malefico sindacato, senza dubbio non avrebbero scioperato. Per cui non vale. Fatta Marron. Sbandius.
All'inizio, pensavo che un argomento del genere fosse solo offensivo. Non mentre ne parlavo con Nicola. Perché tra amici queste discussioni si fanno, in tranquillità, e argomenti del genere vengono fuori più e più volte. Anche se non si hanno dati certi, si può parlare, no? Si può dire anche che secondo me 8 persone su 10 non sapevano esattamente perchè votavano Forza Italia, e quindi le elezioni non valgono. Chi mi contesterà questo? Certo si può dire che altrettanti non sapevano perchè votavano a sinistra. Ancora meglio! Un elemento in più per dire che bisogna rifare tutto, che non vale! Ma le elezioni ci sono state e c'è stato lo sciopero e ce ne saranno altri, credo, se si andrà avanti così...
Ma non stavo parlando di questo. Dicevo che all'inizio pensavo che un argomento del genere fosse offensivo. Perchè dimostrava che considerazione avesse il nostro iper presidente del consiglio nei riguardi di chi lavora. Cioè zero. Cioè una mandria di pecore asservite a chi li sa convincere meglio. Ma una cosa è parlarne tra amici, una cosa invece è se lo dice una carica dello stato, un'altra cosa ancora se lo dice un' importante carica dello stato che ha fatto la sua fortuna proprio su questo concetto. E mi sono sentito schifato, offeso, disgustato, eccetera: vedete voi che aggiungere...
Poi ci ho pensato meglio, però. E ho capito che il magnificentissimo cav. Silvio Berlusconi non voleva offendere quegli 8 su 10 che hanno manifestato per sport. L'offesa era diretta a quei 2 su 10, quei poveri 2 che erano consapevoli e che quindi andavano consapevolmente contro l'infallibile governo!
Poveretti! come fanno a sbagliare così? Come si fa? Eh?
Ma per fortuna lui è buono, basta dire le parole magiche e tutto tornerà come prima, tornerà ad essere in nostro buon padre di famiglia, salvifico e bonario e divertente. E ci racconterà una barzelletta e rideremo tutti e amici come prima.
E le parole magiche sono - ripetetele con me:
Egregio cav. Silvio Berlusconi,
capo del governo e massima divinità in terra, ti prego,
perdonali perchè non sanno quel che fanno.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale