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Visualizzazione dei post da maggio, 2002
Dovrei intitolare questo blog: Le mie avventure dal giornalaio. Anche oggi mi sveglio incazzato. Ho fatto brutti sogni e ho dormito male. Esco appena vestito. Il giornalaio non aspetta neppure che io apra bocca e mi passa l’Unità. Poi dice: “Ci sono due cazzi che si incontrano…” Non ho capito bene: “Cosa?” gli faccio. “Ci sono due cazzi che si incontrano” No. Non ho capito bene di nuovo, ma annuisco e lo lascio proseguire: “All’Università, si incontrano. E uno dice: ti vedo un po’ teso. Eh sì, fa l’altro, tra poco ho un esame orale.” Sghignazza. Io (stronzo fino al midollo): “L’avevo già sentita.” dico. “Ah, sì?” fa lui, sempre col sorriso. Poi incrocia le braccia e aspetta che gli racconti una barzelletta pure io. Aspetta, aspetta pure. Da tre settimane cerco un libro per un esame: Nievo: Il Novelliere Campagnuolo Ho girato tutte le librerie di Padova. L’ho ordinato e riordinato in giro. Un libraio mi ha detto: “Io sono cinquant’anni che lavoro qui e questo libro non l
Rientro a casa verso mezzanotte. Mia madre esce di scatto da una porta e dice: - Ma tu, ce l'hai la ragazza? - No. - Ma come fa un ragazzo di 27 anni senza una ragazza? - Eh, come fa : fa.
Sono donne che sanno di Giorgio Caproni Sono donne che sanno così bene di mare che all'arietta che fanno a te accanto al passare senti sulla pelle fresco aprirsi di vele e alle labbra d'arselle deliziose querele.
In centro stamattina, c'era il banchetto della UAAR: Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti . Quattro vecchietti spelacchiati che raccoglievano firme sul funerale laico, sulla revoca del concordato, sull'eliminazione del crocifisso dai seggi elettorali. Inutile dire che ho firmato tutto. Me li vedo, mentre fanno le riunioni, questi vecchi da osteria, che bevono e bestemmiano. Penso che presto mi iscriverò.
Come ogni mattina, vado dal giornalaio. E’ da un mese circa che mi sveglio incazzato e non so perché e anche oggi non è diverso. La mia capacità linguistica, poi, è azzerata dal sonno. Chiedo l’Unità, pago, e, ancora prima che io possa toccare il giornale, un tizo al mio fianco mi domanda: “Posso darci un’occhiata?”. Penso – acidissimo - :“Vaffanculo, chiedine una copia al giornalaio e guarda quella”, ma non faccio in tempo a rispondergli che quello sta già sfogliando. E’ un tappo, sembra sui quarant’anni, con occhiali quadrati, una camicia bianca, una giacca nera, capelli corti. Sfoglia il giornale velocissimo, non legge nessun titolo, non sbircia neppure le foto. E mentre sfoglia mi chiede a raffica: “Perché compri l’Unità ? Cosa ti piace de l’Unità ?” “Che differenza c’è col manifesto ?” “Perchè ti piace di più L’Unità ?” “Che firme ci sono su l’Unità ?” e via così --- Io sono molto intontito, sia dall’ora mattutina, sia dall’ondata di domande con cui mi affoga: invece di pi
Ginocchi di Giorgio Orelli Io sono uno studente e studio su una terrazza contro prati in pendio dove errano galline sui cui possono piombare falchetti detti sciss . Il fucile è qui, accanto a me. Da un pezzo una ragazza bruna di fuorivia va in altalena, ogni poco mi vengono incontro i suoi ginocchi lucenti. Fingo di scrivere qualcosa e a un tratto, nell'attimo che giunge alla mia altezza, le chiedo una gomma per cancellare. Lei subito salta giù, corre in casa, torna fuori e mi dà una gomma biancicante. Cancello il bianco e poi col lapis scrivo sulla gomma, in stampatello: T'AMO. La dichiarazione è così netta che arrossisco, l'attenuo fregandovi il pollice. Adesso forse va bene, posso restituire la gomma. La ragazza scappa in casa, non si fa più vedere.
Allora gioco anche io: Le cinque cose che mi fanno più schifo: 1. I peperoni 2. I nazisti 3. La burrina bianca (chi ha capito: bene; perchè non specificherò) 4. Silvio Berlusconi 5. La suoneria dei telefonini che fa ta ta tata ta ta (è chiaro, no?)
Esorcismo col riso di Velimir Chlebnikov (e chi è?) (trad. A.M. Ripellino) Oh, mettetevi a ridere, ridoni! Oh, sorridete, ridoni! Che ridono di risa, che ridacchiano ridevoli, oh, sorridete ridellescamente! Oh, delle irriditrici surrisorie - il riso dei riduli ridoni! Oh, rideggia ridicolo, riso di ridanciani surridevoli! Risibile, risibile, ridifica, deridi, ridùncoli, ridùncoli, ridàccoli, ridàccoli. Oh, mettetevi a ridere, ridoni! Oh, sorridete, ridoni!
Conversazione con mio padre n.1 Ho fatto un esame! Ah. Come è andato? Bene! Ho preso trenta! Ah. Quanto l'hai studiato, tre giorni? Be' un po' di più, ma... Adesso quanti ne mancano? Tre? No, cinque. Ma... Pensavo tre . No. Cinque.
Brèkane è sotto esaurimento da esame. Deve ancora finire il programma, e ha 24 ore per farlo. Il masterizzatore di Duccio, regalato ieri, non funziona. Sarò stato io a portare sfiga, continuando a dire "Sì, te lo abbiamo dato oggi, così se non funziona, lo riporti indietro" "C'è il pericolo che non funzioni?" "No no no, certo che no. Hai visto la marca? Eh? L'hai vista? La conosci?" "No." "Neanche io. Ma sembra che funzioni, non ti preoccupare." Ale , che evidentemente è più scaramantico di me, soprattutto dopo che io ho bevuto due spriss, cercava di cambiare discorso: "No, ma te l'abbiamo dato anche perchè temevamo che te lo comprassi anche tu..." "Sì, ma anche perchè se non funziona..." "No, ma soprattutto perchè se te lo compravi..." "Sì e poi se non funziona, adesso..." eccetera. Be' torno a studiare, meglio, va'. Ah. L'altro giorno era il comple
Sì, ho tagliato i capelli. Non è che ne avessi molta voglia. Il fatto che io avessi i capelli così lunghi infastidiva un poco mio padre, e la cosa, lo ammetto, mi provocava un certo piacere. L'ho fatto non solo perchè si erano indeboliti , come dice il mio barbiere. E' che quando hai 27 anni e i capelli tanto lunghi, certi tuoi coetanei (no, Duccio, non sto parlando di te) ti guardano come se li stessi sfidando, quasi una questione personale.