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Visualizzazione dei post da agosto, 2003
Ch’ho la pigrizia immanente, c’ho, ciò - nel senso di ostrega. C’ho l’indolenza nelle ossa, l’accidia nel sangue. Globuli rossi - diobuono globuli rossi - vi volete muovere? Muovetevi! Ma ci siamo appena alzati. Globuli rossi non mi fate incazzare, vi siete svegliati alle nove, sono le undici e mezza. Eh, abbiamo la pressione bassa, sai, noi globuli rossi. Globuli rossi, il cervello è in deficit, non lo sentite che annaspa, sbatte i neuroni come un pesce fuor d’acqua? Si fa presto a dire il cervello, ma noi dobbiamo ancora fare colazione. Se tu ti mettessi a testa in giù, diciamo per un minuto, se ne potrebbe parlare, sai. Pronto, sei Valeria? Sì. (Silenzio) Ma non hai la voce di Valeria. Ho il raffreddore. (Silenzio) (Silenzio) Ma tu sei un uomo. No no, io sono Valeria, dimmi. (Silenzio) (Comunicazione interrotta) Da quando ho il cellulare di mia madre ricevo un sacco di telefonate di gente che sbaglia numero. Non pensavo. La mia tariffa prevede che più sto al t
. .. volevo, ad ogni modo, aggiungere una cosa: che anche a me piaceva la ragazza che si innamora di Matteo che si innamora di Nicola - ma a lei piace Nicola sin dall'inizio, se ci fai caso - e che il mio, di lungo termine, è tra un'ora, al massimo domani...
Riesci a resistere al feticismo delle merci giusto perché non devi fare la spesa tutti i giorni. Lasciato a te stesso ti fai catturare da ogni riflesso di novità, ti lasci abbindolare dai luccichii dei supermercati. La scusa ufficiale è che pensi di fare una colazione abbondante, risparmiando sulla spesa del pranzo. Ma se hai comprato un prodotto stronzo come gli Special K ai frutti gialli è solo perché ti ha conquistato con le sue promesse, ti ha fregato con la confezione bianca, graficamente inappuntabile: ai frutti gialli, poi. Può esistere qualcosa di più stronzo? (e non importa che mi rispondi di sì, lo so benissimo che esiste, ma insomma: cereali ai frutti gialli! ti rendi conto? Sono quei prodotti che vengono pubblicizzati alle due del pomeriggio da donne quarantenni che sembrano che ne abbiano ventidue e che ti spiegano che sono così perché mangiano cereali sani tutti i giorni - sottointendendo che per questo riescono ad andare al cesso regolarmente. Ti rendi conto?) Vince i
“Adesso si gira e mi saluta.” “Vai tu a salutarla.” “Ma no, non ho niente da dirle.” “E allora? Vai lì, la saluti. Fine.” “No, no. Adesso si gira lei e mi saluta lei.” La prima sera è pieno di ombrelli. Piove e non piove, tanto che eravamo indecisi se venire al cinema. Davanti a noi c’è una signora con un ombrello bianco e nero. Inizia il film, la pioggia non smette, gli ombrelli rimangono aperti. Da dietro si sentono le urla di chi non riesce a vedere lo schermo: “Chiudete gli ombrelli!”“Non si vede!”; ma la signora, per dirne una, rimane impassibile, non si volta neppure. Sta ferma. Guarda dritta davanti a sé, come se non sentisse. Ci sono ombrelli dappertutto, comunque. E un signore di fianco a noi si è tolto la maglietta e se l’è messa in testa. Rimane in canottiera. Da quattro giorni mangio solo piadine, stracchino e pomodori. Non so se sono io che ho preso il colore dello stracchino o il contrario. Veramente trovo delle somiglianze, tra me e lo stracchino, a tratti pr
1 Stamattina sono partiti i miei genitori. 2 (Era ora) 3 Mia madre mi ha lasciato il suo cellulare 4 Si è premurata di dirmi (5 volte) che quando torna non vuole che i miei amici la chiamino 5 Giuro 6 Chiunque voglia il numero è pregato di mandare la debita domanda via e.mail 7 Le domande verranno vagliate e selezionate. 8 La mia prima giornata con cellulare è stata inquietante 9 A parte il fatto, non del tutto spiacevole, di avere qualcosa che vibra nelle tasche. 10 Ho ricevuto i miei primi messaggi. 11 I primi messaggi sono questi: 12 “Ale? Che cazzo è questa vampata di borghesia capitalistica?” 13 “Fregare il cellulare a Lapaola è il primo passo nel tunnel della teledipendenza! Ti stai corrompendo! Buricci sta benone e ti saluta." 14 (Buricci è il gatto di Marcaspio. Ieri Buricci è stato seviziato da Simone.) 15 “CretinoCretinoCretinoCretinoCretinoCretinoCretinoCretino” 16 Tornando a casa, ho trovato sul cellulare una chiamata non risposta. 18 Non conoscevo il
La capsula è di metallo - credo una lega di carbonio e titanio. Le parti in ceramica non ho mai capito bene a cosa servano, ma servono da quello che mi dicono. La capsula ha forma cilindrica ed è alta quattro metri. Il diametro della base è di tre metri. Praticamente, un’enorme lattina. Il mio spazio vitale è ridotto al minimo: una poltrona reclinabile, uno schermo, un finestrino rettangolare, una tastiera. Se mi alzo, devo piegare un poco le spalle per non sbattere la testa. Dietro di me c’è la porta del bagno. Ecco tutto. Non si sta male, qui in orbita. Ci sono tutte le comodità. Il cibo mi viene consegnato a orari precisissimi. Alle volte posso pure sgarrare, se mi va. Di solito non mi va. Il computer apre lo sportello alla mia destra (quello a sinistra è per il telecomando) e mi passa il vassoio a scompartimenti. Uno scompartimento con la pasta. Uno con il pollo. Poi il dolce. Gli scompartimenti permettono al cibo di non mischiarsi. Potrei farlo io, potrei mischiarli. Di solito
Ho in mano una scatola bianca di cartone; la rigiro tra le dita e la guardo tenendola a una certa distanza, perplesso, più che altro, perché non ricordo di averla presa. U, intanto, smanetta con l’accensione della vespa. Il fanale dà un barlume, il motore accenna una partenza, niente più. “Avevo il casco, prima?”, chiede. “No” dico, “mi sa di no.” “Allora è nel bauletto.” mi guarda. Mi guarda la mano per qualche secondo. Poi: “Cosa ci fai con la mia scatola dei filtri in mano?” “Ah, ecco cos’era. Vuoi che ci provi io?” “Sì”, dice. E io, che non ho neppure la patente, mi atteggio a meccanico provetto, esperto in moto motorini vespe, cinquantini centoventicinque cinquecento, macchine di varie cilindrate, trattori, gommoni, motoscafi, elicotteri, shuttle e falciatrici. “E’ ingolfata”, dico professionale. In strada, nessuno. Ai piedi del cavalcavia mi chiedo come ha fatto la vespa ad abbandonarci, non ricordo come si è spenta. Ricordo che U mi stava tirando, tentando di tenere
la tua vita è ancor tua. la mia vita è ancor mia. la mia vita è ancor mia? … e se la processione d’improvviso inciampasse? la strada in discesa ha ciottoli che escono dalla trama, si sollevano aguzzi sulla superficie: basterebbe che il vecchio pettinato bene e la cravatta rossa sbagliasse il passo mentre legge e canta, e giù: rotolerebbe verso la piazza. E dietro di lui inciamperebbero e rotolerebbero gli altri vecchi, rotolerebbero i chirichetti col colletto rosso, il prete con la tonaca color crema, rotolerebbe il signore in bilico che regge lo stendardo enorme, e rotolerebbero le donne in costume di montagna che portano la statua della madonna, rotolerebbe la madonna, rotolerebbero le suore a braccetto, rotolerebbero i veli delle suore, rotolerebbero le gobbe delle vecchie, rotolerebbero i bambini con le scarpe pulite, rotolerebbero i turisti che puntano lo sguardo al cielo, rotolerebbe la chiesa costruita sul ciglione, rotolerebbero le tombe del cimitero quasi casalingo, ro
… e se deve essere caldo allora sia caldo infernale, allucinante, sia la canicola che spezza il cranio, fonde i capelli, l’aridità che brucia l’asfalto, sfibra i contorni, prosciuga le vene, sia il collasso senza ritorno, il coma desertico, l’oltretomba infiammato… … e allora ho preso il treno per venezia, alle undici di mattina - una vacanza mi sono detto non può farmi male, una vacanza da me stesso - ma a dir la verità non cercavo il riposo, cercavo il collasso, il completo annullamento dei sensi, per questo non… … la vecchia? Non era antipatica. I capelli corti, un bastone di legno, un vestito blu a fiori. Era senza dentiera. Mi ha chiesto se ero terrone. “Ti sito terron, ti?” No, purtroppo, ho detto. Raccontava a me e a gino che… … i segni dell’imminente apocalisse sono sempre più inequivocabili, dice… … vuoi acqua? No, dico, cerco il collasso. ride. rido… … poi ci ha fatti avvicinare. Lei era in piedi, nel corridoio del vagone. Io alla sua destra, gino alla sua sin
Sei nel mezzo di un conflitto a fuoco con l’esercito – il padre di X ha organizzato tutto questo; l’hai visto lottare con cinque soldati contemporaneamente: aveva un machete per mano e li teneva dalla parte della lama - quando suona il telefono. Apri gli occhi. Ti alzi di scatto. Corri prima che parta la segreteria telefonica. Sei senza occhiali, in mutande. Attento a non sbattere contro le porte! Le porte vanno tenute chiuse. Tu non chiudi le porte. Tua madre ha tappezzato di post-it le porte. I post-it dicono: Chiudere la porta. Tua madre si concede anche qualche variazione: Porta chiusa o Tenere chiusa la porta. Meglio non variare troppo, che poi magari non capisci. Quello che fai: cammini. Dove lo fai: in casa. Come cammini: nervosamente. Dove vai: su e giù. dal salotto alla cucina. Perché: nevrastenia. Funziona: per cosa? Per la nevrastenia: cosa? Camminare: no. E allora: cammini. Avanti e indietro. Al buio. Apri le porte. Chiudi le porte. Tra un po' non potrai diventar
Il freddo di questi giorni è inquietante. Ti schiaccia verso terra, aumenta la gravità del suolo. Il freddo atterra le spalle, fa chinare il collo e la testa. Questa diventerà presto una città di gobbi, se continua così. Una città semideserta, abitata solo da gobbi che salutano le ombre di altri gobbi. Gobbi che non si guardano mai in faccia. Le osservazioni si baseranno solo sul movimento delle scarpe e dei piedi. Si dirà: “Che hai? Ti vedo triste. C’hai le scarpe con le punte in dentro.” Oppure: “Ti sei appena svegliato? Si vedono i segni del materasso sui tuoi lacci.” E cose così. Mia madre, dopo aver passato tutto il pomeriggio a cercare il pulsante dell’autodistruzione del suo nuovo e già complicato cellulare; dopo avermi chiesto un paio di volte come si accende, come si spegne, come si risponde, come si scrivono i messaggi, come si inseriscono i numeri nella rubrica, cos’è un pin, cos’è un puck, dov’è adesso la rubrica, perché non c’è snake sul suo cellulare; dopo aver deci
Don't panic. Anche Lapaola ora ha ceduto alle lusinghe del cellulare. (Panic, panic.)
Eh, il monossido di carbonio, eh. Le molecole di carbossiemoglobina che turbinano nel sangue. Monossido di carbonio. Senti come suona bene. Monossido. Carbonio. Carbossiemoglobina. Ossicarbonismo. Eh. Mica male. Ieri 37 gradi. Oggi le finestre aperte fanno corrente. Sembra di essere attaccati al bocchettone esterno di un sistema condominiale d’aria condizionata.
Il sogno è questo. Sul letto matrimoniale, siete stesi a pancia in giù. State sfogliando un libro. Q ha i capelli neri e ci ha già provato con te una volta. Tu, quella volta, sei riuscito a evitarla. Ma stavolta, mentre parlate, ti sfiora la bocca con la sua bocca, come per caso. Sorridi. Continui a parlare. Ma parlando ti avvicini a lei e con le labbra le sfiori le labbra. Vi baciate. Q è emozionatissma, non riesce a crederci. “Lo sai?” ti dice “sono mesi che volevo che accadesse.” “Sì, lo so.”, dici. “Sì, non era possibile che non te ne fossi accorto.” “Già.” “Non ti ricordi? Te l’ho anche detto, una volta” “Non ricordo.” “Sì, ti ho detto che sei stronzo, malato, insensibile, deficiente, ma che hai gli occhi di un diciassettenne. Occhi bellissimi. Peccato per tutte quelle rughe.” Dici: “Sai, non capisco cosa sta succedendo. Io non volevo mettermi con te. Ma poi quando mi hai baciato…” Lei sorride e ti ascolta, non dice nulla. “Ho pensato: perché no.”, dici, "Proprio non c
Comunicazioni di servizio Vorrei solo precisare che la volvo blu con l'adesivo "We love Jesus. He heals cancer", parcheggiata davanti al mio garage, purtroppo non è mia. E neppure la fiat Tipo verde col coprivolante leopardato di peluche. Chiunque abbia perso sotto la mia finestra una scheda telefonica da tre euro con sopra un'immagine di padrepio, è pregato di venire a recuperarla, perchè penso che mi porti sfiga. Coprofagia. Non centra nulla. Ma vabe': volevo scriverlo, giusto per rimanere in tema con gli ultimi giorni.