Passa ai contenuti principali
Mezzaluna a mezzocielo, ieri; gialla.

Mia sorella dice Tiziano ferro è innovativo, eh?
(Io lo so, non mi si devono dire certe cose divento…
sì, senza pietà)
Gli americani facevano le stesse cose dieci anni fa, dico.
Dieci?
Anche di più.
Mi fa il verso.

Anna Karenina è incinta –
Vronskij intanto mostra i denti e cade da cavallo.

Non ti fai più sentire?
No, è che è un periodo…
Asociale?
Asocialissimo.
Allora non pranzi domani con noi…
Be’ non così asociale.

Ride a parlare di scarpe.
Eusebio più ti capisco, più mi girano le balle.

La tua irrequietudine mi fa pensare
agli uccelli di passo che urtano ai fari
nelle sere tempestose:
è una tempesta anche la tua dolcezza,
turbina e non appare,
e i suoi riposi sono ancora più rari.

E. M. Dora Markus

I Supertramp sul cavalcavia mi spezzano il fiato,
cambio canale al walkman mentre pedalo
e qualcuno vuole assassinarmi con Battisti;
imbraccio infine un ultimo Tom Waits
che mi salva dal soccombere a Ligabue.

Guardo attraverso le vetrine per vedere se proprio è C. col gomito appoggiato al tavolo a guardare la posta vedo male sto mezzora ad aspettare che si giri o tolga la mano dalla guancia intanto il gestore del bar mi prende per maniaco quasi vuole uscire per scacciarmi. Fortuna che si volta.

Sembro un cane in questa foto.
E io? fumo una volta all’anno e subito mi si fotografa.
Un cocomero, un cane, Ale che sfumacchia; però che foto.

Ci sono giorni in cui davvero mi sento antipatico e molesto e mortale. Non uscire in questi casi, sarebbe cosigliabile. Poi mi dicono: sei acido… io? acido? io?

Dice: certi avverbi non mi piacciono. Dice: chissà se c’è un mercato per queste cose. Dice: in Italia, no, in Italia no. Si sbilancia: parlate con Igort, vi presento Igort.

Allora, mi fa A., ci vediamo lunedì prossimo?
Spiritòs.

Eppure una cosa ancora dopo tutto questo non ho capito:
Notorius… perché si intitola così?

Post popolari in questo blog

UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale