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Mi taglio i baffi e quei pochi peli che ho sul mento: sembro un diciasettenne.
Mia madre, ridacchiando, mi chiede se ho problemi ormonali, perchè non mi cresce la barba.
C'ho una mamma spiritosa, c'ho. Un comico, praticamente.

La manifestazione più triste della storia, a Padova - contro la squadraccia speciale dell'assessore Saia, e contemporaneamente in solidarietà con i disobbedienti arrestati - con la pioggia: saremmo in mille o poco più - e attorno tutti i padovani bene che guardano ridendo mentre ci danno dentro con le spese natalizie prima ancora che i commercianti addobbino le strade - ma le vetrine già da un mese sfoggiano lucette e cappelli da babbonatale. Sfiliamo. Sfilamo tra le piazze. Alle volte non capisco se il corteo è già finito, o se per sbaglio mi sono confuso tra la gente in giro a fare shopping; e vedo pochi poliziotti, c'è - fortuna - un megafono davanti, e ai lati ragazzi leccatissimi con spriz in mano.
E' periodi di folpetti.
Almeno in piazza, dopo, ci rifacciamo pure noi: con vino bianco e mandarini; comprati dal fruttivendolo più nevrastenico del mondo, ma buoni (una sera con la pioggia m'ero permesso di ripararmi sotto la tenda del suddetto, che - le vene al collo quasi sull'esplodere - mi disse: io! io lo pago questo spazio! è mio! riparati sotto i portici! l'ho pagato questo pezzo di piazza!
E' che sono una persona pacata e l'ho solo insultato...)

Ah, comunque: mandaranci, non mandarini.

Alle dieci sono a casa, a letto, imberbe.

Sul giornale oggi scopro scritto: Emergenza Sicurezza
E poi: Cori e sfilate nelle Piazze dei giovani ribelli e della CGIL.

Non capisco se sono io o è il Mattino di Padova che ha qualche problema con la sintassi.

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