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Mi taglio i baffi e quei pochi peli che ho sul mento: sembro un diciasettenne.
Mia madre, ridacchiando, mi chiede se ho problemi ormonali, perchè non mi cresce la barba.
C'ho una mamma spiritosa, c'ho. Un comico, praticamente.

La manifestazione più triste della storia, a Padova - contro la squadraccia speciale dell'assessore Saia, e contemporaneamente in solidarietà con i disobbedienti arrestati - con la pioggia: saremmo in mille o poco più - e attorno tutti i padovani bene che guardano ridendo mentre ci danno dentro con le spese natalizie prima ancora che i commercianti addobbino le strade - ma le vetrine già da un mese sfoggiano lucette e cappelli da babbonatale. Sfiliamo. Sfilamo tra le piazze. Alle volte non capisco se il corteo è già finito, o se per sbaglio mi sono confuso tra la gente in giro a fare shopping; e vedo pochi poliziotti, c'è - fortuna - un megafono davanti, e ai lati ragazzi leccatissimi con spriz in mano.
E' periodi di folpetti.
Almeno in piazza, dopo, ci rifacciamo pure noi: con vino bianco e mandarini; comprati dal fruttivendolo più nevrastenico del mondo, ma buoni (una sera con la pioggia m'ero permesso di ripararmi sotto la tenda del suddetto, che - le vene al collo quasi sull'esplodere - mi disse: io! io lo pago questo spazio! è mio! riparati sotto i portici! l'ho pagato questo pezzo di piazza!
E' che sono una persona pacata e l'ho solo insultato...)

Ah, comunque: mandaranci, non mandarini.

Alle dieci sono a casa, a letto, imberbe.

Sul giornale oggi scopro scritto: Emergenza Sicurezza
E poi: Cori e sfilate nelle Piazze dei giovani ribelli e della CGIL.

Non capisco se sono io o è il Mattino di Padova che ha qualche problema con la sintassi.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale