E allora scese l'Angelo della Nevrastenia in mezzo ai fulmini - in un lampo di magnesio apparì sopra il monitor - e aveva il volto che sembrava il riflesso in un vetro, e teneva la sinistra nella destra e la destra all'altezza del cuore. E aprì la bocca, e dalla bocca srotolò una voce che disse: «In v-verità in v-v-verità t-ti d-d-dico che t-t-tu s-s-scriverai con d-d-dolore, e che p-p-prima c-c-c-c-che c-c-c-canti il g-g-gallo t-t-tre volte t-t-tu m-m-mi r-r-riconoscerai n-n-nei t-tuoi gesti». Così disse l'Angelo della Nevrastenia e aprì le mani sopra di me e con le mani mi toccò la fronte e mi infuse il Tremore della Nevrastenia e lo Scatto Isterico Immotivato. E fui tutt'uno con lui e lui con me.
E allora vi dico: aprite i vostri cuori alla Nevrastenia, perché vostro è il regno della Nevrosi.
Decisi di cambiare vita. Iniziai a svegliarmi alle sette: per avere più tempo per essere nervoso, e per essere più nervoso ogni giorno. Mi aiutavano in questo le urla del nipote duenne e il clima vile e piovoso. Non desideravo incontri col guru prima della scadenza, ma andai lo stesso da lui ad accompagnare un'amica. E mentre lei aspettava, io mi nascosi dietro l'angolo del corridio. Ma quando mi accorsi, dai passi e dalle voci, che il guru arrivava verso di me, mi accucciai dietro la fotocopiatrice. Dal nascondiglio spuntavano i piedi. Mi ritrovai all'ombra del guru che mi chiese cosa stavo facendo. E la voce di Homer Simpson nel cervello mi disse «Dì qualcosa di intelligente. Presto, dì qualcosa di intelligente». E allora dissi che stavo cercando, ehm, l'interruttore della fotocopiatrice perché, eeeh, dovevo, come dire, sì, accenderla, ecco, accenderla per, ehm, sì, fare delle, uh, fotocopie, sì, e cheee. E il guru rispose che la fotocopiatrice era già accesa, e che comunque l'interruttore non era là. E io, con la mano dietro la nuca, toccandomi il naso cinque sei sette volte, risi.
Ma lui no.
(*) questo post ha qualche debito con questo
E allora vi dico: aprite i vostri cuori alla Nevrastenia, perché vostro è il regno della Nevrosi.
Decisi di cambiare vita. Iniziai a svegliarmi alle sette: per avere più tempo per essere nervoso, e per essere più nervoso ogni giorno. Mi aiutavano in questo le urla del nipote duenne e il clima vile e piovoso. Non desideravo incontri col guru prima della scadenza, ma andai lo stesso da lui ad accompagnare un'amica. E mentre lei aspettava, io mi nascosi dietro l'angolo del corridio. Ma quando mi accorsi, dai passi e dalle voci, che il guru arrivava verso di me, mi accucciai dietro la fotocopiatrice. Dal nascondiglio spuntavano i piedi. Mi ritrovai all'ombra del guru che mi chiese cosa stavo facendo. E la voce di Homer Simpson nel cervello mi disse «Dì qualcosa di intelligente. Presto, dì qualcosa di intelligente». E allora dissi che stavo cercando, ehm, l'interruttore della fotocopiatrice perché, eeeh, dovevo, come dire, sì, accenderla, ecco, accenderla per, ehm, sì, fare delle, uh, fotocopie, sì, e cheee. E il guru rispose che la fotocopiatrice era già accesa, e che comunque l'interruttore non era là. E io, con la mano dietro la nuca, toccandomi il naso cinque sei sette volte, risi.
Ma lui no.
(*) questo post ha qualche debito con questo