Passa ai contenuti principali

È novembre! Tornano le rondini, l'erica morta in balcone si incendia sempre più (acquatta i tentacoli come un anemone di mare); la lavatrice Setra progetta la conquista idrica del palazzo e l’inchiostro ha lasciato una bava misteriosa sul muro - l’altro giorno che pioveva dentro. Ho insegnato a Giovanna a innervosirsi per le zanzare: quando le sente è sicura che non la lascerò dormire. Se si innervosisce, i capelli le si arricciano verso il viso, gli occhi si fanno a punta come quelli di una volpe.

Se facessi un elenco, potrei forse dare il tono della nostra convivenza, ma dubito che riuscirei ad essere esaustivo. L’intonaco si sgretola, i quadri non si attaccano da soli e noi non sappiamo usare il trapano per fissare le librerie al muro - benché Giovanna, aizzata dai Fagioli Salterini del Messico, abbia ormai familiarità con la levigatrice orbitale: si danno del tu, vanno a bere spriz assieme, commentano il culo degli uomini che passano.

Si sarà notato che ho delle questioni aperte con la sintassi (e se non si è notato ve lo dico io): ci sono mattine in cui mi sveglio grondante paratassi, parentesi, strutture narrative. Per dire, ho in sospetto la ritualità con cui si inonda il bagno, il tempismo perfetto dello scarico ingorgato - l’acqua che ristagna tutta nell’angolo a nord, seguendo la pendenza del pavimento. È il segno forse - dice Giovanna - che il Grande Acquerello sta per stendere il bistro.

Post popolari in questo blog

UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale