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Visualizzazione dei post da giugno, 2006
Ho flettuto e riflettuto, ho aperto word e ho chiuso word, e mi sono seduto e mi sono rialzato, ho girellato per casa e fuori casa, ho sudato e strasudato in posti che non pensavo potessero sudare e, come al solito , ho deciso che non ho voglia di continuare . Non che ci fosse più molto da dire. Quella stessa sera siamo stati presi di mira da due vecchi, alla festa di rifondazione. Il primo era zoppo. Si faceva aiutare dalla moglie, ma tra di loro non si parlavano. Una volta seduti, lei si è messa a mangiare una piadina, lui si è avvicinato per raccontarci che, ai suoi tempi, i morosi si sgraffiavano e si morsegavano , si davano pedae , invece adesso si dicono Yess . Yess , si dicono, hai capito? La moglie ha finito la piadina con calma, poi si è alzata per trascinarlo via. Lui continuava a dirci, indicandola con colpetti di testa, di non sposare le donne furlane, che sono dure, dure, come la carne piena di nervi. Il secondo si chiamava Narciso, e ci ha raccontato tutta la vita a pa
Si scoperchiano le soffitte! Usciamo dagli sgabuzzini un po' acciaccati. L'inverno ci ha rattrappito i gomiti e le ginocchia. Soffiamo via la polvere dalle giunture e flettiamo le gambe verso la piazza, anticipati da un refolo di scartoffie. Tutti davanti alla partita. E' un sabato fantasmatico, in centro; sarebbe anche silenzioso, non fosse per quel gruppo di americani al bar che guarda la televisione e si sommuove ad ogni avvenimento; o i suonatori di strada che intonano, con fisarmoniche e trombe, gli inni nazionali ad ogni gol - neanche fossimo in un film di kusturica. Ho un matto personale che mi punta quando mi vede passeggiare. Non ne parlerò oggi, perché è da un po' che non lo incontro. Quando mi incrocia, mi chiama Ignazio, oppure Francesco, certi giorni IganzioDaLoyola, una volta Porco!, mentre pedalavo verso casa con Giovanna. Sabato, in piazza, si avvicina una signora vestita di rosso. Avrà circa cinquant'anni. Mi chiama per cognome, con una pro
Si fa presto a dire i congressi: i congressi, uh!, si fa presto a dire; ma a me i congressi mi stracciano le palle, mi sfracassano i coglioni, mi lacerano gli intestini facendo sobbollire tutti i liquami che normalmente se ne stanno quieti e stabili in fondo alla pancia. Erano quei giorni che non se ne vedevano da anni, tanto erano limpidi - e nessuna foschia, neanche il baluginare del caldo sulla strada (il miraggio che fa ondeggiare lo sguardo) e un vento di quelli che sbatte dolcemente le porte. Ma no. Io e Giovanna ci avviamo dentro un'aula mezza buia, mezza vuota, intuendo che vibriamo a una frequenza tutta diversa rispetto agli altri - forse è un leggero sfasamento nell'ambizione, o magari solo la birra kaiser e il panino con la porchetta - fatto sta che già dopo mezz'ora facciamo traballare le sedie, accavalliamo le gambe sbuffando a voce alta, e la nostra pietà si azzera di colpo. Sarà questo a innervosirci? Il tempo misurato e letto? I toni delle voci che tradiscon
Ritornano le nuvole e il maltempo. Sono passati solo pochi anni dall'estate più calda del secolo. Non ho mai visto così tanti ventenni parlare di metereologia. E' l'anticiclone delle azzorre che si restringe, la temperatura media dell'Europa che cala. Risparmieremo i soldi dell'aria condizionata. La pioggia di giugno annacqua le birre, fa saltare gli amplificatori sui palchi. Tutta questa umidità rende gommoso il pane dei panini e più dure le ossa della porchetta. E' iniziata, è iniziata la stagione dei concerti! Giovanna ha consegnato la tesi, con una copertina giallo limone. Ora si addormenta dove capita. Con un bicchiere di sambuca stretto in pugno la troviamo rannicchiata in mezzo al più frastornante baccano degli Yo la tengo . Oppure in piscina: nuota senza occhialetti, esce con gli occhi rossi rossi a spaventare bambini e importunatori. Mi dice che ci non vuole più andare, durante la settimana, nella piscina all'aperto; ci vanno i disperati, gente che
Sulla scala della gran guardia, aspettiamo il funerale. Arriverà in piazza tra poco, ci hanno detto. I bar sono a lutto. Espongono casse da morto nere in vetrina, accendono lumini rossi sui marciapiedi. In piazza, i lumini formano un piccolo corridoio. Più che altro sembra la pista d'atterraggio di un aereoporto. Le bare verranno deposte là. Una accanto all'altra. La piazza è semi vuota, ma la gente arriverà col corteo, ci diciamo. Non ci posso credere che siamo qui ad aspettare, dice A*, ma sul serio stiamo aspettando il funerale? Non ci posso credere! Oggi si celebra la morte dello spritz ! I baristi del centro protestano contro il sindaco che li obbliga a chiudere a mezzanotte. Cosa mangiamo stasera? Pizza? Kebab? Un paio di gazebo raccolgono le firme; dell'evento ne parlerà anche il Times . I baristi hanno speso soldi: si sono stampati dei manifesti mortuari, il più bello dice: sì al divertimento in centro, no alle stragi del sabato sera. Sei proprio un borghese, mi dic