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- Voi mi spaventate - dici - Mi fate paura. - Stai guardando il marciapiede parallelo al tuo, dall'altro lato della strada. - Mi terrorizzate - dici alla folla sul marciapiede. Piove. La folla è ferma davanti all'inferriata di un cinema che aprirà tra mezz'ora. Sono in tantissimi. Sono vestiti di nero. Stanno aspettando di entrare a vedere "Natale in India". Tu, sul tuo marciapiede, da solo, a pochi metri, con una borsa di plastica nella mano sinistra, un ombrello mezzo rotto nella mano destra, li fissi. Una signora si volta, ti guarda sorridendo e con un gesto della mano ti invita ad avvicinarti - Vieni - dice. Si girano altri e ti osservano dall'altro lato del marciapiede, sorridono. - Vieni - dicono - Avvicinati. -
- No - dici
- Dai - ti dicono - non vorrai mica fare il solito snob -
- No, è che... - dici, o almeno ci provi, perchè ti sembra che la tua voce si sia fatta più sottile.
- Avvicinati - dice un ragazzino con gli occhiali
- Io... - dici, e in quell'istante ti senti come se non fossi più concreto, come se ti stessi smaterializzando.

Questo è il catalogo
(parte 1, con qualche approssimazione)
Aramis si pizzica i lobi delle orecchie, il vestito da donna di Enne2 prende vita, l'uomo con gli uncini fotografa le case, Pedro Camacho gira per casa in mille travestimenti, il borseggiatore scrive una lettera accompagnatoria, Hoover si traveste da suora (Suor Edgarina), un uomo fa un bagno abusivo al Lido di Venezia, Arturo Bandini regala un libro al deserto, Joe Chip ha dei problemi con uno strano spray, il fiato di Alessandro si spezza sul cavalcavia dell'arcella.

Tuo fratello ti chiede se ti piacciono le cipolle. Ha il tono di chi sta per cucinare qualcosa e vuole sapere se può utilizzare tutti gli ingredienti che ha a disposizione. Tu lo guardi negli occhi, poi guardi la tua pizza, sul tavolo, davanti a te. La tua pizza è una pizza alle cipolle.
- No. - gli rispondi.
- Allora perchè hai preso una pizza alle cipolle? - chiede.
- Perchè la pizzeria chiude per ferie -
- E allora?
- Allora deve finire le cipolle, ti fanno gli sconti se prendi una pizza con le cipolle
- Ah - dice, e inizia a tagliare la sua diavola.
Sei ammirato. Lo osservi mentre taglia la fetta e la porta alla bocca.
- Che c'è? - chiede.
- Stavo scherzando -
- Su cosa?
- Sulle cipolle.
- Eh?
- Ti pare che prendo una pizza alle cipolle se non mi piacciono le cipolle?
- Boh - ti fa - che ne so?
Forse questa è la prova definitiva che tuo fratello non è stato adottato.

Questo è il catalogo
(parte 2, con molte approssimazioni)
Il cadavere di Angela viene raccolto quasi a pezzi nella nebbia, la casa delle bambole ha la lampada che si accende davvero, Levin chiede a Kitty di sposarlo scrivendo solo le iniziali delle parole, gli angeli dicono a Venedikt dove trovare dello sherry, Phoebe Caulfield vince una gara di rutti, la marmotta nella teiera racconta una storia senza capo ne coda, alcune colline sembrano elefanti bianchi, la vecchia in carrozzina ha il vizio del gioco d'azzardo.

Il tecnico avvicina il defibrillatore al case del computer, dice: - Libera! - e una scossa parte dal macchinario, attraversa i fili e dalle piastre cerca di riavviare il cuore bruciato del tuo computer. - Libera! - il led rosso sbrilluccica per un secondo, il floppy si apre e il computer esala l'ultimo respiro... il tecnico apre il cd-rom, prova a soffiare dentro, riprende fiato, soffia, ma niente, niente, non c'è più niente da fare.
- Si accomodi - ti dice
- Cosa è successo?! Sta bene? -
- Si sieda per favore -
- Mi dica cosa è successo! Come sta? -
- Non c'è più niente da fare.
- Cosa? Cosa vuole dire?
- Se ne è andato.
- E' morto? E' morto? Mioddio, vuole dire che il mio computer è MORTO!
Il tecnico annuisce e si asciuga le mani sudate sui jeans.

Poco fuori città, da un campo, disturbato da un rumore lontano, si alza uno stormo di uccelli neri che strepita e svolazza e si allontana in cerca di un posto più tranquillo.

(continua, forse, prima o poi, sempre che trovi un computer funzionante in giro... il catalogo è ancora molto lungo. Intanto Buon Natale, diobuono, buonnatale.)

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale