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La lobby dei postini ha abbandonato sullo zerbino tre messaggi minatorii scritti sul retro di fotografie di cassette postali. Dicono di comprarne una, di cassetta, che sono stufi di dover suonare il campanello ogni mattina, col rischio di non trovare nessuno in casa. Se non lo faremo, la prossima volta qualcuno di noi si sveglierà con il manubrio decapitato di un motorino nel letto.

Mi prendono strane nausee ultimamente. Nei momenti più impensati lo stomaco mi si attorciglia, si strizza e dondola, coinvolgendo i vicini di torace. Allora sto zitto e aspetto che passi. In quei momenti il mio campo visivo si restringe; ai margini compaiono degli aloni bianchi, istantanei; mi sembra di vedere cose che non ci sono. Ieri pomeriggio, per circa un quarto d'ora, ero sicuro che ci fosse un'anatra davanti a me.

- Io a manifestare per dei mercenari non ci vado. Ho già manifestato contro la guerra, ho appeso anche la bandiera. Se quelli di Forza Italia pensano che sia il caso di organizzare una manifestazione contro la guerra, che lo facciano, che si prendano la responsabilità delle loro contraddizioni. Se lo fanno, ci vado, giuro che ci vado anch'io, vado a vedere. Ma se pensano che io, di mia spontanea volontà, mi lasci ordinare da quattro terroristi in tenuta verde di scendere in piazza per salvare la vita a tre mercenari, be' si sbagliano.
- ...

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
cartelloni elettorali dalla terra addormentata, confonde
ricordo e desiderio, risveglia
oscure radici con la pioggia di primavera.

T.S. Eliot, più o meno.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale