Passa ai contenuti principali
Sono in ferie, questo blog è in ferie, chiuso per ferie, tutta colpa del nuovo solitario che ho scoperto su Xp, tutta colpa della neve, tutta colpa del sonno, in ferie, mi riposo, oh, mi riposo e leggo e giovedì vado a Napoli, va bene?

Intanto, Ducc -l'uomo più invidiato del momento- è in Giappone a capire la differenza tra sushi e sashimi: l'abbiamo mandato in missione, nel tentativo di spodestare l'imperatore e prendere il suo posto senza che nessuno se ne accorga. Se all'improvviso vedrete l'imperatore giapponese senza capelli, saprete che ha raggiunto il suo obbiettivo e da lì cercherà di infiltrare tutti i suoi amici nelle più alte cariche dello stato. Ho già prenotato il ministero dell'interno. Se c'è una persona che può riuscire in questa missione, quella è Ducc. Vai Ducc!

Dunque dicevo, sono in ferie. Ecco. Non c'è altro da aggiungere. Ci vediamo. Torno lunedì, se torno. (Ma sì, torno.)
Ciao ciao.















Ho detto ciao.
















Ancora qui?

Post popolari in questo blog

UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale