La luce delle lucciole impazzite colava sullo schermo dove il dottor Miles correva insieme a Becky Driscoll per sfuggire ai bacelloni. Intanto il burro sulle pentole cercava in tutti i modi di solidificarsi, senza riuscirci, nonostante la concentrazione. La frutta che contro ogni elementare legge di conservazione avevo messo in freezer prima di partire si stava squagliando, sgocciolando, da qualche parte in casa. Le piante prive di acqua sembravano sciolte nell'accartocciarsi, riarse. E io mi chiedevo se tutto questo avesse a che fare con me, o se fosse un normale procedere del disfacimento della realtà, come in uno dei più orrendi quadri di Dalì.
UNA QUESTIONE DI LESSICO
(ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?)
Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti.
(tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi )
(...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake.
Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41
Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso".
Posted by brekane at 21.07.04 08:52
Ma le brecane non sono le eriche selvatiche?
Posted by Mro at 21.07.04 18:36
o...