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- Ma scusa, che asilo facevi?
- Il Bertacchi.
- Ma non abitavi davanti alle suore?
- Non mi volevano.
- Perchè?
- Non sono battezzato...
- Aaaah... Ma lo sai che ogni cattolico può battezzare un non battezzato?
- No, non lo sapevo.
- Sì sì. Sai cosa? Potrei battezzarti durante il sonno.
- No.
- Non sarebbe fantastico? Tu dormi, poi quando ti svegli sei battezzato. Senza saperlo
- Non ci provare.
- Potrei aveti già battezzato.
- Sai che esiste un'associazione che sbattezza?
- Non ci si può sbattezzare.
- Oh, se si può...
- Comunque pensa che potresti essere già battezzato e non saperlo, pensa che roba.
- Non sono battezzato, e non provare a battezzarmi.
- Ma sarebbe per il tuo bene! Mi sa tanto che lo farò. Mi sa che stasera ti battezzo. Ti battezzooo!
- Se ti becco a trafficare con dell'acqua...
- Dài! Lasciamelo fare, adesso che mi sei anche simpatico...
- Non so se sia peggio il battesimo notturno o il fatto che adesso ti sono simpatico...

- ... comunque adesso che mi ci fai pensare, credo che tu debba essere in punto di morte perchè io possa battezzarti.
- Ah, sì?
- Se cade l'aereo ti battezzo sicuro. Giuro che ti battezzo.
- Provaci e l'aereo che cade sarà l'ultimo dei tuoi problemi.
- Uh uh, che duro!

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale