- Aspetta, fammi riempire la moka di acqua.
- No, non si fa il caffè con l’acqua calda.
- Cosa?
- Ci devi mettere quella fredda, non si fa il caffè con l’acqua calda.
- Ma che dici?
- Neppure la pasta si fa con l’acqua calda.
- Ma poi la scaldo lo stesso, no?
- Sì, ma devi partire dall’acqua fredda.
- Ma valà...
- Vedi? Non hai rispetto per quello che dico.
- Non è vero. È che non capisco cosa cambia se poi l’acqua la scaldo lo stesso...
- Cambia, te lo assicuro. Me l'ha detto un idraulico.
- Un idraulico.
- Sì, un idraulico. Hai qualcosa contro gli idraulici?
- No, è che non capisco che cosa cambia se...
- Ti dico che cambia. E se non ti fidi chiedilo a internet.
UNA QUESTIONE DI LESSICO
(ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?)
Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti.
(tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi )
(...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake.
Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41
Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso".
Posted by brekane at 21.07.04 08:52
Ma le brecane non sono le eriche selvatiche?
Posted by Mro at 21.07.04 18:36
o...