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Il quartiere è invaso dagli scouts. Ragazzini in pantaloni corti che si aggirano fugaci per le vie con bandiere tra le mani.
Ti senti circondato.

Eraserhead. David Lynch. C’è questo protagonista. Eraserhead, o comesichiama. Vive in una pensione, un condominio. (O è un albergo?)
Ha per figlio un mostriciattolo ripugnante.
C’è un teatro nel termosifone di camera sua dove una tizia con le guance strane canta una stridula canzone.
Il condominio ha un ascensore. Dopo averlo chiamato, vedi nella fessura tra le porte che la cabina ha raggiunto il tuo piano. Aspetti che si aprano le porte. Aspetti. E non si aprono. Dici: adesso si aprono.
Ma non si aprono.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.