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Uno

Il semaforo diventa rosso non appena tu gli arrivi davanti. E’ notte, sei in bicicletta. L’incrocio è perfettamente vuoto, ma tu non passi. Aspetti. Dietro, una volante della polizia municipale ti osserva. E’ da un po’ che ti sta seguendo, lenta. In macchina ci sono quattro poliziotti. Hanno tutti e quattro lo sguardo fisso su di te. (D’altronde li capisci: non c’è nessun’altro in giro.) Uno di loro ha la mano pronta sull’interruttore della sirena.
Quindi: stai fermo.
Fa un freddo crudele. Non hai la sciarpa, il mento ti si sta surgelando. Tra poco non sarai più in grado di aprire la bocca. Ma se anche avessi una sciarpa, non cambierebbe molto: sotto i guanti e due paia di calzini stai perdendo l’uso di piedi e mani.

- C’ho provato, ma non posso – dice una.
- E’ uno stillicidio – dice l’altra.


Alla radio, sul walkman, ascolti due dj che stilano la classifica dei migliori 10 album del 2002. Se solo il freddo non ti bloccasse la bocca, cominceresti a sbraitare come un matto contro i due deficienti. Conosci i dischi di cui parlano: ti hanno quasi tutti fatto schifo. (Sì: ti farai dei nemici a rivelarlo, ma non puoi farne a meno: l’ultimo di Beck ti ha fatto cagare, quello dei Coldplay ti ha rotto i maroni già dal primo ascolto…)

Dieci anni fa Matteo disse ad un gruppo di amici una cosa che non avrebbe dovuto dire.
Ci fu
silenzio
per minuti interi


L’antistaminico di oggi pomeriggio ti ha rincoglionito. Sei fermo al semaforo rosso. La volante fa rombare il motore per provocarti. Ti giri. Dei poliziotti in macchina riesci a scorgere soltanto gli occhi. Alla tua destra passa un tizio che indossa un montone e parla da solo. Pensi che stia telefonando con l’auricolare. Quasi urla mentre passa. Distintamente senti solo due parole: SBAGLIATO e TUTTO.
Poi scompare nel nulla.

Ti rendi conto che sei ridotto male quando scopri d'un trattp che ti sei rimesso a giocare compulsivo a campo minato.

Il semaforo diventa verde. La volante è dietro di te. Aspetta che ti muovi, un tuo passo falso. Tu appoggi il piede destro sul pedale: stai fermo.
Stai decisamente fermo.

Domani ti taglierai i capelli.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
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