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Continua a piovere, e poi il vento.
Ieri la neve non ha attecchito, ma la bufera ha piegato gli ombrelli di tutta Padova; a girare per il centro, oggi, si vedono cestini pieni di scheletri contorti di ombrelli abbandonati.

Ho il sonno cronico, la socialità intontita.

Sarà il tempo: mi sento stanco, affaricato, le gambe pesanti.

E’ tutto qua.


Ma il segnale di una ripresa è questo:
ricomincio, dopo mesi, a ricordarmi i sogni.

Questo è il sogno di ieri.
Sembra una barzelletta, ma non è. Forse un incubo.
Casini, dal suo scranno di presidente della camera, parla all’opposizione. Dice, con voce ferma, quasi urlando nel microfono: “Volete il dossier Mitrokhin? Volete il dossier Ustica? Eccolo qui, il dossier!”
Si alza e mostra il culo a tutti, con gli applausi della maggioranza.
Nel sogno vedo distintamente le righe biance del suo gessato scuro.

Non un bello spettacolo.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.