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E' arrivato il monsone delle cinque. Ha spazzato via i volantini elettorali che ancora si annidavano ai bordi delle strade, nelle canalette, o tra le crepe dell'asfalto, nei buchi dei marciapiedi. Le facce dei candidati - una mano sul mento, lo sguardo luccicoso - si sono sciolte e diluite tra i sampietrini.
Lo squalo antistress che tengo vicino al monitor ha la coda mozzata, un'espressione feroce tra le branchie. Mi dice che ho bevuto troppo, questa settimana, ma non abbastanza forse, se, ancora, come sempre, non sono in grado di. Scrivo accanto a una culla messa sghemba: mio nipote pesa più di me, parla più di me (anche lui emette gli stessi suoni incomposti), mangia più di me, alle volte tossisce, di notte urla. Io, di notte, sono ossessionato dai rumori: il filo di ferro che batte il tempo nello split, la ventola aspirafumo del locale di sotto, il bip aritimico di qualche elettrodomestico in cucina, la grandine che picchia sulle pietre in piazza. Ho delle occhiaie che neanche.

Scrivi, penso, scrivi, se ti va. Poi mi dico che domani è estate, che non durano- non dureranno i cataclismi che mi seguono, e l'inerzia, l'imprecisione...

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.