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La prima volta non è stata colpa mia. Adriana se ne era uscita di casa chiudendo una serratura di cui non avevo la chiave. Tentai di recuperarla con un espediente che avevo letto nei fumetti. Infilai un foglio di carta sotto la soglia, feci cadere la chiave sul foglio, lo tirai et voilà. Ma la soglia della porta era troppo sottile, la chiave si incastrò, senza passare. Andai a dormire da mia sorella, che abitava ancora in città.

La seconda volta ho lasciato le chiavi sulla toppa e sono andato a una laurea. Rimasi fuori dal portone fino alle sette di mattina, suonando il campanello nel tentativo di svegliare mia madre che dorme coi tappi nelle orecchie. Me la ricordo con precisione, perchè quella mattina, sulle sei - era più o meno estate - arrivarono due uomini a tacchinare manifesti sul muro di fronte a casa mia. Erano manifesti della Lega che dicevano: "L'oceano pacifico è grande ma forte, come la Padania".

La terza volta, due giorni fa. Ma la racconto un'altra volta.

Stamattina sul tavolo della cucina c'era un post-it con scritto in rosso "Auguri vecio". Cerco di fare mente locale e di capire da quando mia madre usi queste espressioni, ma credo che sia - come si dice in gergo - un hapax.

29
Non vi è somma di tre quarte potenze che sia divisibile nè per 5 nè per 29, a meno che lo siano tutte e tre le potenze. [Eulero]
29 è il terzo numero n, dopo 1 e 5, tale per cui 2n²-1 è un quadrato: 2*29²-1=41².
2n²+29 è un numero primo per tutti i valori di n da 1 a 28.
29=(2*3*5)-1= primordiale (5)-1.
Primordiale (n)-1 è un numero primo per n pari a 3,5,11,13,41,89,317,991,1873,2053, e per ciascun altro valore minore di 2377

Da Numeri Memorabili Dizionario dei numeri matematicamente curiosi di David Wells, Zanichelli, 1991

Per chi passa da Leo, stasera sulle sette e a oltranza, offro da bere. Augh.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale