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Mi aggiravo per la peggio pioggia di maggio in bicicletta e pensavo, pieno di sonno, ai complotti. Lontano, in un palazzo circondato da acquitrini, il Consiglio Centrale progettava la conquista. Il Colonnello Seccoz ronzava attorno a un tavolo di fòrmica; nella prima zampetta destra teneva un plico di fogli. L'Attendente Koblikoz, mentre stendeva il verbale, sorseggiava un cocktail in cui aveva versato cinque gocce di sangue; ed erano solo le dieci del mattino. Il Generale Plasmaz mostrava un grafico che riassumeva l'andamento dell'Operazione. Parlava di Zone di ronzamento, Tecnica della deprivazione del sonno, Resistenza all'insetticida, Guerriglia dal Soffitto. Da anni aspettavano l'arrivo della Grande Ciabatta, nel frattempo accumulavano neonati d'allevamento, accuditi da zanzare nutrici. Nelle notti d'estate, enormi sciami di zanzare si aggiravano per la città, entravano dalle finestre aperte, rapivano i bambini. Certe sere, dai balconi, potevi vedere per le strade bambini e bambine trasportati da nuvole di zanzare. La stalla era segreta ai più, per evitare fughe di notizie. Il deposito di sangue degli infanti era sotterraneo e nascosto anche ai vertici del Consiglio. Se fosse arrivato il cataclisma, si sarebbero salvati solo i pochi ai vertici della gerarchia. Questo pensavo, e mi perdevo nell'immagine della stalla di infanti, accerchiati da zanzare con la cuffietta da nutrice, mentre la tempesta mi abbracciava e vedevo di sfuggita il riflesso sciolto dei palazzi sull'asfalto.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale