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Mi svegliavo a intermittenza.
Dalla finestra aperta mi arrivavano gli echi degli allarmi. Alle cinque di mattina, mia sorella discuteva con suo marito: “Non c’è luce”, diceva. Di lui sentivo solo il suono della voce, ma non decifravo le parole. Alle cinque e mezza l’ho sentita dire: “La luce non è ancora tornata”. La prima cosa che ho pensato, da semi-lucido, è stata: “Che cosa ha combinato mia madre, stavolta?”. Io e mia sorella, poco dopo, ci siamo incontrati in cucina. Lei col pancione – è incinta, all’ottavo mese - io nel tentativo di ristabilire l’elettricità. “E’ tutto il quartiere che è al buio.” mi ha detto. Sapere che il black out non era solo una questione di casa nostra, non mi convinse dell’innocenza di mia madre, anzi. Nel pomeriggio scoprii che mia sorella aveva pensato la stessa cosa, quasi con le stesse parole. Tuttora non siamo sicuri che lei non c'entri nulla. Il che - a parte dar conto, forse, di una sottile malafede - fa capire di quali catastrofi riteniamo capace nostra madre. Lei, comunque, continua a negare qualsiasi coinvolgimento.
La luce è tornata verso le sei, credo. L’ho capito quando gli allarmi hanno ripreso a funzionare, svegliandomi di nuovo. Ho aspettato alla finestra del salotto per qualche minuto. Il primo allarme, quello più vicino, ha smesso subito. Gli altri si sono spenti piano piano, uno per uno, sempre più lontani.


Non credo finirò la tesi per questa sessione.



Odio Quasimodo.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale