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Mi sveglio. Mi trascino in cucina. Mi accorgo di lasciare una traccia grigia sul pavimento. Arriva mia madre. Ha in mano la scopa e la paletta. Mi colpisce con la scopa per farmi salire sulla paletta. Colpisce velocemente.
Ehi! dico
Lei si china, mi guarda: Ale?
Sì, dico.
Sei tu? chiede.
Sì.
Sei proprio tu?
Sìiii. E allontana quella scopa, per favore, che mi fa paura.
Ma sei un mucchietto di cenere, dice.

Non le rispondo. Cerco di arrampicarmi sulla sedia. Ma ogni volta che ci provo perdo troppa consistenza.
Aspetta, mi fa.
Mi colpisce piano con la scopa, mi mette sulla paletta. Mi solleva e mi fa ricadere sul tavolo. Poi con le mani spinge i mucchietti di cenere dispersi verso di me. Grazie, le dico.
Ma cosa è successo?
Un fulmine.
Un fulmine?
Ieri sera. All’improvviso. Zap. Un fulmine. Mi ha centrato in pieno.
Ma come è successo?
Eravamo al Santo, io e Ale. Stavamo chiacchierando. A un certo punto gli ho raccontato una delle mie paranoie. Gli ho detto - come scherzando - sai cosa sospetto su X? E gli ho raccontato cosa sospettavo su X. Lui mi ha guardato serio, è rimasto zitto zitto; poi ha detto: Non lo sapevi? E’ proprio così, mi ha detto. Pensavo che scherzasse, ma era troppo serio. E ho risposto: be’ dai bene, almeno so che non sono del tutto paranoico. E in quel momento, proprio in quel momento, si sono concentrate delle nuvole nell’aria. Saranno state due nuvole, eh? Mica tante. Due. Due nuvole si sono mosse e addensate sopra di noi ed è partito un fulmine che mi ha preso in pieno.
E ad Ale? Cosa gli è successo ad Ale?
Ad Ale non è successo niente.
Ah, e adesso?
E adesso non so. Per caso c’è un po’ di vinavil in casa?

(Non raccontate mai le vostre paranoie a nessuno. Se lo fate, finisce che scoprite che son vere.)

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.