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PAROLE CROCIATE SENZA SCHEMA

Orizzontali

1. Media di ore dormite negli ultimi quattro giorni.
(Tre lettere. La prima è T. L’ultima è E.)
2. Profondità delle occhiaie. Sedici lettere.
(Inizia per DIEC. Finisce per TIMETRI.)
3. Grado di allucinazione raggiunto.
(INSONDABILE.)

Se ci penso - se penso al dolore, se penso a dare una forma al dolore, una oggettività, un contorno, dei confini, dei margini; se provo a concretizzare il dolore in un luogo, in una cosa, se penso a una cosa che manifesti il dolore, che lo descriva - se immagino il dolore come una forma, come un volume, un peso, come una densità; se cerco di descrivere il dolore nei termini di misura, lunghezza, larghezza, profondità... se organizzo sulla libreria o su uno scaffale uno spazio vuoto in cui inserire il dolore, l’oggetto dolore; se tento di scardinare il dolore e di trovarne il nucleo, il colore, l’odore, la consistenza; se penso al dolore: io al dolore non so dare forma.

(Per anni, a distanza di tempo, pensavi, pensavo, sarebbe stato bello avere una malattia grave che desse forma al dolore. Avere un dolore fisico che segnasse i margini del dolore in quanto tale. Sentire dolore per qualcosa che si può descrivere.)

io sto bene grazie no sul serio ci sono giornate meravigliose in giro in questi giorni quasi mi viene da studiare in riva al fiume se non temessi le nutrie assassine (non ho paura di voi nutrie assassine) se solo riuscissi a dormire di più non sarebbe male stanotte andrò a sabotare il martello pneumatico che da qualche giorno mi sveglia alle sette e mezza si accettano volonari per una missione pericolosissima – ma cazzo non posso fare a meno di pensare che tra poco, tra qualche giorno, ricomincerà il periodo dell’isteria demeziale. Sarete aggiornati. Spriz. Spriz per tutti.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale