PAROLE CROCIATE SENZA SCHEMA
Orizzontali
1. Media di ore dormite negli ultimi quattro giorni.
(Tre lettere. La prima è T. L’ultima è E.)
2. Profondità delle occhiaie. Sedici lettere.
(Inizia per DIEC. Finisce per TIMETRI.)
3. Grado di allucinazione raggiunto.
(INSONDABILE.)
Se ci penso - se penso al dolore, se penso a dare una forma al dolore, una oggettività, un contorno, dei confini, dei margini; se provo a concretizzare il dolore in un luogo, in una cosa, se penso a una cosa che manifesti il dolore, che lo descriva - se immagino il dolore come una forma, come un volume, un peso, come una densità; se cerco di descrivere il dolore nei termini di misura, lunghezza, larghezza, profondità... se organizzo sulla libreria o su uno scaffale uno spazio vuoto in cui inserire il dolore, l’oggetto dolore; se tento di scardinare il dolore e di trovarne il nucleo, il colore, l’odore, la consistenza; se penso al dolore: io al dolore non so dare forma.
(Per anni, a distanza di tempo, pensavi, pensavo, sarebbe stato bello avere una malattia grave che desse forma al dolore. Avere un dolore fisico che segnasse i margini del dolore in quanto tale. Sentire dolore per qualcosa che si può descrivere.)
io sto bene grazie no sul serio ci sono giornate meravigliose in giro in questi giorni quasi mi viene da studiare in riva al fiume se non temessi le nutrie assassine (non ho paura di voi nutrie assassine) se solo riuscissi a dormire di più non sarebbe male stanotte andrò a sabotare il martello pneumatico che da qualche giorno mi sveglia alle sette e mezza si accettano volonari per una missione pericolosissima – ma cazzo non posso fare a meno di pensare che tra poco, tra qualche giorno, ricomincerà il periodo dell’isteria demeziale. Sarete aggiornati. Spriz. Spriz per tutti.
Orizzontali
1. Media di ore dormite negli ultimi quattro giorni.
(Tre lettere. La prima è T. L’ultima è E.)
2. Profondità delle occhiaie. Sedici lettere.
(Inizia per DIEC. Finisce per TIMETRI.)
3. Grado di allucinazione raggiunto.
(INSONDABILE.)
Se ci penso - se penso al dolore, se penso a dare una forma al dolore, una oggettività, un contorno, dei confini, dei margini; se provo a concretizzare il dolore in un luogo, in una cosa, se penso a una cosa che manifesti il dolore, che lo descriva - se immagino il dolore come una forma, come un volume, un peso, come una densità; se cerco di descrivere il dolore nei termini di misura, lunghezza, larghezza, profondità... se organizzo sulla libreria o su uno scaffale uno spazio vuoto in cui inserire il dolore, l’oggetto dolore; se tento di scardinare il dolore e di trovarne il nucleo, il colore, l’odore, la consistenza; se penso al dolore: io al dolore non so dare forma.
(Per anni, a distanza di tempo, pensavi, pensavo, sarebbe stato bello avere una malattia grave che desse forma al dolore. Avere un dolore fisico che segnasse i margini del dolore in quanto tale. Sentire dolore per qualcosa che si può descrivere.)
io sto bene grazie no sul serio ci sono giornate meravigliose in giro in questi giorni quasi mi viene da studiare in riva al fiume se non temessi le nutrie assassine (non ho paura di voi nutrie assassine) se solo riuscissi a dormire di più non sarebbe male stanotte andrò a sabotare il martello pneumatico che da qualche giorno mi sveglia alle sette e mezza si accettano volonari per una missione pericolosissima – ma cazzo non posso fare a meno di pensare che tra poco, tra qualche giorno, ricomincerà il periodo dell’isteria demeziale. Sarete aggiornati. Spriz. Spriz per tutti.