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Di domenica, il centro di padova è pieno di facce da culo che passeggiano. Compreso il sottoscritto. In cerca di una farmacia aperta, digrigno i denti, strizzo gli occhi, trattengo l’impulso di colpire i passanti con l’ombrello. E’ uno sforzo sovrumano. Trattenere l’impulso. Di colpire i passanti.

Ciaaaaaooooooooo. Da un gruppo di filippini davanti a me, tutti alti uguali (1.60), mi si avvicina un ragazzo – avrà sedici anni – capelli corti, baffi e un accenno di barba. Gli altri si zittiscono di colpo. E’ Mirk. Al tempo in cui vivevo una vita che non era simile in tutto e per tutto a quella di uno stilita, lo aiutavo nel doposcuola. Mirk, al doposcuola, non capiva un cazzo. Adesso parla un italiano quasi perfetto. Ehi Mirk. Ehi. Come va? Bene? – Siamo di fronte a un’internet point, gli chiedo se è qui a giocare, lui alza le mani e scrive su una tastiera immaginaria; con un sorriso enorme dice: no: chat!

Sei migliorato con l’italiano…
Ostia! so anche il dialetto!

Cambiando discorso: se continuo così, nel giro di pochi giorni, saprò a memoria tutte e trentaduemila le combinazioni di FreeCell. Me ne mancano giusto 10000 o giù di lì. Sono sempre più convinto che qualcuno crei questi giochi apposta per me, ben sapendo quanto la mia compulsività ne venga attratta.

“Dove cazzo è il nove di picche?” Ogni volta che mi faccio una domanda del genere, spero che il computer mi risponda: hai provato a cercarti nel culo?

Hal 9000 lo farebbe. Sicuro.



Comunque.

Davanti alla vetrina della farmacia di turno, incontro Bill Gates insieme col fantasma di mia nonna. E' una coincidenza, perché Bill Gates e il fantasma di mia nonna non si conoscono neppure di vista. Il fantasma di mia nonna, infatti, appena mi vede, si allontana. Bill invece mi stringe la mano: Stavo guardando le barrette energetiche, dice.

Senti Bill, dico, avrei una proposta per migliorare FreeCell.
So già tutto, dice, Piuttosto: sai consigliarmi un integratore?
Sarebbe un’innovazione geniale. Pensa: Free Cell che insulta i giocatori.
Ci avevamo già pensato per aumentare la produttività, dice tornando alla vetrina, ma i programmatori disattivavano il sonoro oppure ci godevano.

Poi mi guarda le orecchie - Bill non guarda mai le persone negli occhi - sta in silenzio qualche secondo, e, serio, dice: Ma tu lo sapevi che alcune di queste pillole per dimagrire contengono anfetamine?

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.