Passa ai contenuti principali
[15.23]
Il sosia di Noel Gallager ha un loden blu, indica qualcosa verso il Pedrocchi. Tra la folla - i laureati e i loro amici - altri loden, altri sosia - grigi in viso, spiccano per il perfetto blu dei loro cappotti, e occhiali da sole a lenti quadrate. Un sole primaverile illumina un azzurro che ricordo di aver visto l'altra settimana in un quadro del Beato Angelico - era il vestito di un santo con la testa tagliata. Abbandono accanto a un cestino il tetrapack di tavernello mezzo pieno. Guardo gli uomini in blu circondare un carro funebre nella zona pedonale. Un laureato sta rileggendo, in rima, non lontano da me, la sua vita sessuale; ha i capelli infarinati, e, sulla farina, chiazze gialle di uovo. Uova anche per terra: ma senza gusci, solo tuorlo che scivola gli spazi tra i sampietrini. AleP, direttamente da Barcellona, racconta che a Milano l'hanno perquisito. Dice: «Ci hanno riuniti in una stanza, hanno aperto le nostre valige. "Cosa abbiamo qui?" ha detto un poliziotto, controllando il bagaglio di un ventinovenne, "un taglio nell'imbottitura..."; come nelle fiabe, ha tirato un filo, e tira e ritira, e scuci e scuci, magia! mezzo chilo di cocaina è apparso in una tasca nascosta...» Il carro funebre viene affiancato da altre macchine, blu anche loro; due vigili si avvicinano a tutti i neo dottori intimando il silenzio, o almeno la moderazione. Tra poco passerà la salma.
[15.49]

Post popolari in questo blog

UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale