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«ma se tanto non senti i sapori» dico a me stesso a voce alta, in bicicletta, senza freni, senza mani perchè le mani tengono i sacchetti del panificio «se il raffreddore ti ha completamente ottenebrato il gusto e l'olfatto, che cazzo ti compri le pizze di pastasfoglia?» In effetti parrebbe una mossa dettata più che altro dall'ingordigia - la golosità di chi è stato rinchiuso cinque giorni a letto, con trentotto e mezzo di febbre, immobile e boccheggiante sotto un piumone. Cinque giorni di febbre, e una strana vertigine che ancora mi sorprende talvolta di nascosto, senza motivazione: che io stia seduto o in piedi, che stia dormendo o leggendo o mangiando, una vertigine che rotea il mondo come il palmo di una mano che faccia girare una foto appoggiata a un tavolo. Fosse solo questo. Le gambe si ribellano alla prolungata stasi, si agitano e mi svegliano di notte. Ieri, alle tre, le gambe si sono ribellate al sonno, mi hanno svegliato a forza di calci e giravolte e si sono fatte portare a spasso. Ci mancava solo il guinzaglio. Camminavo su e giù per il corridoio da circa mezz'ora, quando si è svegliata anche mia madre: «Che fai?» ha chiesto. «Cammino.» Mi ha guardato, sulla porta di camera sua, mentre mi allontanavo verso la cucina per poi tornare verso di lei. Tenevo sempre lo sguardo sulle gambe, pensavo che a un certo punto si sarebbero stancate. «Ma che fai?» ha ripetuto. «Cammino» ho risposto, senza fermarmi. Mi sono allontanato, sono tornato. «Che fai?» ha detto. Stavo per urlarle che camminavo quando lei ha detto: «Aspetta» e si è tolta i tappi per le orecchie. «Allora?» «Cammino.» ho detto. «A quest'ora?» «Porto a spasso le gambe» ho detto dal fondo del corridoio. Lei si è rimessa i tappi. Ha detto:«
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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.