Io, sebbene… quantunque, ad ogni modo; in effetti, d’altronde benché… se; di-a-da in osservanza al fatto che; comunque vadano le cose, tra… Ma, sì, decisamente, eppure, pare… che io no, non lo so, tra il qua e il là; di su, di giù, a livello di… no, niente.
Questa, ecco: questa è la qualità dei miei ragionamenti in questi giorni.
Io non lo so.
Le cose.
Gli oggetti.
Gli oggetti in mano mia - io credo di avere il potere di farli invecchiare più velocemente. Decadono. Gli oggetti, dico. Si rompono, si impolverano proprio mentre li stringo. Non so. E’ l’entropia, mi dicono. Ma cos’è: si concentra tutta nelle mie mani, ‘sta cazzo di entropia?
la bici ha perso misteriosamente un bullone, il bullone che tiene fermo il portapacchi. ora, quando pedalo, il portapacchi oscilla e vibra, risuona colpendo la forcella posteriore, annunciando il mio arrivo a cinque chilometri di distanza. ma il problema è: è mai possibile che un bullone con un diametro di cinque millimetri, con uno spessore rasente al centimetro, si sviti da solo? è possibile? eh? EH?
no.
no che non è possibile
è l’entropia, cazzo.
il portatile di mio padre ha iniziato a vibrare. da solo. così. vibra. io ci scrivo sopra, lui vibra. senza sosta. microvibrazioni che si riverberano sui libri della biblioteca, dai libri al tavolo, dal tavolo alle sedie, dalle sedie al pavimento. dal pavimento a tutto la facoltà. oggi, al piano di sotto, guardando in alto, esattamente nel punto dove mi siedo di solito, ho notato una crepa.
e il computer vibra.
per provare la stessa sensazione che provo io dopo un’ora di scrittura al computer vibrante, queste sono le istruzioni:
1) prendere un palo di metallo. non troppo largo, non troppo pesante: va impugnato come si impugnerebbe una mazza da baseball.
2) trovare una superficie o un oggetto duro. una parete di marmo va bene, meglio una colonna. deve essere un oggetto o una superficie molto solida, mi raccomando.
3) sbattere, con forza, tenendolo stretto con entrambe le mani, il palo di metallo del punto 1 contro la superficie (o l’oggetto) al punto 2. per una piena riuscita dell’esperimento si dovrebbe colpire la superficie (o l’oggetto) con la parte del palo più vicina alle mani.
4) riprovare ad libitum.
5) godersi la sensazione di formicolio e vibrazione per tutto il tempo che si riterrà opportuno.
p.s. colpire la superficie o l’oggetto del punto 2 direttamente con le mani provoca un dolore di un certo interesse, ma non la sensazione che qui si vuole descrivere.
Questa, ecco: questa è la qualità dei miei ragionamenti in questi giorni.
Io non lo so.
Le cose.
Gli oggetti.
Gli oggetti in mano mia - io credo di avere il potere di farli invecchiare più velocemente. Decadono. Gli oggetti, dico. Si rompono, si impolverano proprio mentre li stringo. Non so. E’ l’entropia, mi dicono. Ma cos’è: si concentra tutta nelle mie mani, ‘sta cazzo di entropia?
la bici ha perso misteriosamente un bullone, il bullone che tiene fermo il portapacchi. ora, quando pedalo, il portapacchi oscilla e vibra, risuona colpendo la forcella posteriore, annunciando il mio arrivo a cinque chilometri di distanza. ma il problema è: è mai possibile che un bullone con un diametro di cinque millimetri, con uno spessore rasente al centimetro, si sviti da solo? è possibile? eh? EH?
no.
no che non è possibile
è l’entropia, cazzo.
il portatile di mio padre ha iniziato a vibrare. da solo. così. vibra. io ci scrivo sopra, lui vibra. senza sosta. microvibrazioni che si riverberano sui libri della biblioteca, dai libri al tavolo, dal tavolo alle sedie, dalle sedie al pavimento. dal pavimento a tutto la facoltà. oggi, al piano di sotto, guardando in alto, esattamente nel punto dove mi siedo di solito, ho notato una crepa.
e il computer vibra.
per provare la stessa sensazione che provo io dopo un’ora di scrittura al computer vibrante, queste sono le istruzioni:
1) prendere un palo di metallo. non troppo largo, non troppo pesante: va impugnato come si impugnerebbe una mazza da baseball.
2) trovare una superficie o un oggetto duro. una parete di marmo va bene, meglio una colonna. deve essere un oggetto o una superficie molto solida, mi raccomando.
3) sbattere, con forza, tenendolo stretto con entrambe le mani, il palo di metallo del punto 1 contro la superficie (o l’oggetto) al punto 2. per una piena riuscita dell’esperimento si dovrebbe colpire la superficie (o l’oggetto) con la parte del palo più vicina alle mani.
4) riprovare ad libitum.
5) godersi la sensazione di formicolio e vibrazione per tutto il tempo che si riterrà opportuno.
p.s. colpire la superficie o l’oggetto del punto 2 direttamente con le mani provoca un dolore di un certo interesse, ma non la sensazione che qui si vuole descrivere.