A un tratto suona il campanello. Sono le sette di sera. Mi alzo e vado a rispondere. Prima che io risponda, il campanello suona di nuovo.
- Chi è?
- Apri. – dice la voce di un uomo.
Arriva mia madre. Dice: “Chi è?”. Dico: “Un tipo.” Dice: “Che vuole?”. Dico: “Vuole che apra.” Dice: “Ma chi è?” Dico: “Mah.”
- Sì – dico - ma chi è?
- Sono Giorgio.
“Allora?” chiede mia madre. “E’ Giorgio.” dico. “E chi è Giorgio?” “Mah.”
- Che vuoi, Giorgio?
- Apri - dice.
- Perché?
- Voglio la tua donna.
“Che vuole?” “Vuole la mia donna” “Ah.” “Eh.”
- Niente da fare, Giorgio - dico
- Dài – dice – per una sera sola.
“Cosa dice?” “Dice che gli basta una sera sola.” “Neanche troppo esigente.” “Già.”
- Ciao Giorgio. – abbasso il ricevitore.
- Chi è?
- Apri. – dice la voce di un uomo.
Arriva mia madre. Dice: “Chi è?”. Dico: “Un tipo.” Dice: “Che vuole?”. Dico: “Vuole che apra.” Dice: “Ma chi è?” Dico: “Mah.”
- Sì – dico - ma chi è?
- Sono Giorgio.
“Allora?” chiede mia madre. “E’ Giorgio.” dico. “E chi è Giorgio?” “Mah.”
- Che vuoi, Giorgio?
- Apri - dice.
- Perché?
- Voglio la tua donna.
“Che vuole?” “Vuole la mia donna” “Ah.” “Eh.”
- Niente da fare, Giorgio - dico
- Dài – dice – per una sera sola.
“Cosa dice?” “Dice che gli basta una sera sola.” “Neanche troppo esigente.” “Già.”
- Ciao Giorgio. – abbasso il ricevitore.