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A un tratto ti sale il turbamento, l’inquietudine, la paranoia che non era prevedibile. Tutto ti prende, immotivato, un temporale che ti schianta le vene, ti squassa il cervello, ti strapazza i capelli. Tua madre alla finestra spruzza insetticida sul poggiolo. Dice che tiene lontano i piccioni. Intanto si concentrano le nubi, e tossisci all’odore dolciastro dell’insetticida che si diffonde nella stanza. Da tre giorni non guardi il telegiornale. Perso nel vortice che ti risucchia la mente, arranchi. Annaspi.

Sulla confezione dell’insetticida si legge: Muhe i Komarci, Djelotvorna i sigurna formula.
Dietro c’è scritto: Non vaporizzare su una fiamma o su un corpo incandescente. Non utilizzare in modo diverso da quello previsto. Utilizzare e conservare al riparo di qualsiasi fonte di calore o combustione. Non fumare.

(Chi mai si fuma l’insetticida? Eh? Chi?)

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.