Il vento che si alza, irrompe dalla finestra, solleva in un turbine le fotocopie e le scompiglia, le agita per tutta la stanza; le carte alzate mi puntano, mi superano, curvano e tornano indietro; poi passano dietro il monitor, e - vorticando - mi girano dietro le spalle: così via a mulinello, mentre sto seduto davanti al computer. Rimango fermo per un po’, i fogli che mi passano davanti agli occhi, i capelli fissi nella direzione della corrente d’aria.
Stavolta mi affaccio io alla finestra. Lo scarico dell’aria condizionata dell’appartamento di sopra mi sgocciola sulla testa. Mi scanso, ma il vento non mi dà tregua e le goccie mi gocciano sul collo e sulla nuca. Plik. Vedo la mia vicina di casa che cammina sotto di me e la chiamo. Ehi! Plik. Lei si volta e mi fa Ale! Ehi! Plik. Così iniziamo a parlare, ma io evidentemente, per l’età, sto diventanto mezzo sordo, non sento metà delle cose che dice e le chiedo, imbarazzato: Eh? Ale! Ehi! Plik. Allora lei mi dice che sta andando a prepararsi che stasera ha un appuntamento. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. Porco cane, penso, e io che pensavo ci stesse provando con me. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. E pensavo, mentre pensavo che ci provasse, pensavo: provaci! E provaci! Dai che non c’ho voglia, io, di provarci. Provaci tu, provaci, che magari ti va bene, provandoci. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. E invece no. Così rientro, mi faccio largo tra i fogli che vorticano attorno al computer, mi siedo e fisso il monitor brilluccicante. Provandoci. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. Poi mi rialzo, passo attraverso il vortice di fogli, penso siano passati cinque minuti, invece sono passate tre ore, mi riaffaccio ed è buio. Brilluccicante. Provandoci. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. E da lontano, dalla finestra della mia vicina sento: Ale! Mi stanno tirando un bidone!
E io? Ho risposto: “Ah sì? Buio. Brillucciante! Provandoci? Porco cane…Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik.”
Plik.
(p.s. questa grafomania non durerà. Non può durare. Oh, no, non durerà. No no.)
Stavolta mi affaccio io alla finestra. Lo scarico dell’aria condizionata dell’appartamento di sopra mi sgocciola sulla testa. Mi scanso, ma il vento non mi dà tregua e le goccie mi gocciano sul collo e sulla nuca. Plik. Vedo la mia vicina di casa che cammina sotto di me e la chiamo. Ehi! Plik. Lei si volta e mi fa Ale! Ehi! Plik. Così iniziamo a parlare, ma io evidentemente, per l’età, sto diventanto mezzo sordo, non sento metà delle cose che dice e le chiedo, imbarazzato: Eh? Ale! Ehi! Plik. Allora lei mi dice che sta andando a prepararsi che stasera ha un appuntamento. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. Porco cane, penso, e io che pensavo ci stesse provando con me. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. E pensavo, mentre pensavo che ci provasse, pensavo: provaci! E provaci! Dai che non c’ho voglia, io, di provarci. Provaci tu, provaci, che magari ti va bene, provandoci. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. E invece no. Così rientro, mi faccio largo tra i fogli che vorticano attorno al computer, mi siedo e fisso il monitor brilluccicante. Provandoci. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. Poi mi rialzo, passo attraverso il vortice di fogli, penso siano passati cinque minuti, invece sono passate tre ore, mi riaffaccio ed è buio. Brilluccicante. Provandoci. Porco cane. Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik. E da lontano, dalla finestra della mia vicina sento: Ale! Mi stanno tirando un bidone!
E io? Ho risposto: “Ah sì? Buio. Brillucciante! Provandoci? Porco cane…Ma va? Eh? Ale! Ehi! Plik.”
Plik.
(p.s. questa grafomania non durerà. Non può durare. Oh, no, non durerà. No no.)