Passa ai contenuti principali
Vagare per il centro di Padova, sotto la canicola, in preda al delirio deformante da mancanza di sonno. Con la bicicletta, sbandare attraverso strade vuote, percorrendole a ondate.

(Ogni volta che ascolti dal vivo Sono un ribelle, mamma ti commuovi)

Chiedersi come è possibile continuare a pensare che tutto quello che fai sia merda, merda, solo merda, merda inutile e dannosa. Se non ci sia un certo compiacimento nel fare sempre le scelte sbagliate e pentirsene subito dopo. Domandarsi quale sia la spinta compulsiva che ti costringe a fare, dire, scrivere cazzate in giro. Credere con convinzione di avere un tumore al fegato.

A fine concerto Paolo si avvicina al palco. Freak sta raccattando cartelli e oggetti piovuti dal pubblico (tra cui: una scarpa sinistra da montagna, il compertone di una ruota da motorino, un paio di mutande sporche di nutella). Firma autografi, stringe mani, chiede numeri di telefono alle ragazze. Paolo ha bevuto troppi gin lemon con troppo gin; durante il concerto è diventato molesto, ha pogato con un sosia di Henry Rollins; adesso urla di tutto a Freak.
-Freak! Freak! Fammi un autografo!
-No.
-Freak! Come, no?
-No, ti ho visto prima. Mi hai insultato troppo, durante il concerto.
Freak si gira, si dirige verso il camerino e quasi sottovoce dice: -Anch’io ho una mia sensibilità, sai…

(Te lo dico una volta per tutte, faresti bene a crederci:
se ti fa male il fianco sinistro non puoi avere un tumore al fegato, perché non c’è il fegato a sinistra.)

Meglio un mezzo di fortuna che un intero di sfiga.

Post popolari in questo blog

UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale