L’orrore nel computer si risucchia energie e sentimenti. Oscilli da una continua distrazione a un abisso sterile di idee. Il tuo corpo, in queste fasi, prende l’aspetto degli oggetti che ti circondano. La sedia. I libri. La tastiera. A seconda dei momenti sei a forma di L; oppure rettangolare, pieno di pagine, polveroso; oppure, quando ti distenti, cosparso di tasti. I tasti che ti si formano sul corpo non portano lettere, ma istruzioni tipo: ingozzati fino a svenire, dormi tre settimane, sbatti la testa contro il muro finchè sanguina (il muro, non la testa), trattieni il respiro, cattura una nutria nel Piovego, guarda telenovelas su retequattro, storciti le dita, strappati le unghie, tagliuzzati, stordisciti, drogati, ubriacati,
UNA QUESTIONE DI LESSICO
(ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?)
Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti.
(tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi )
(...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake.
Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41
Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso".
Posted by brekane at 21.07.04 08:52
Ma le brecane non sono le eriche selvatiche?
Posted by Mro at 21.07.04 18:36
o...