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"In giardino ci sono due ulivi piantati in un vaso. Vicino agli ulivi ci sono due tavoli; sui tavoli ci sono penne, pastelli e foglietti. Il visitatore è invitato a scrivere un messaggio di pace sui foglietti, poi appenderli con dello spago agli ulivi. Gli ulivi, ieri, erano pieni di foglietti: sui foglietti c'era scritto: "pace", per esempio, oppure "l'arte porta alla pace", o anche "basta guerre". Alcuni foglietti erano disegnati. Oppure c'erano messaggi d'amore. Si sprecavano gli insulti a berlusconi, bush e blair. (Previti in galera; Scolo a Berlusconi, per dirne due) Tutti i foglietti erano abbastanza raggiungibili. Poi ce n'era uno più in fondo, più vicino al tronco dell'albero. Era un albero molto fitto. Per raggiungere quel foglietto ho dovuto intorcolarmi all'interno dell'ulivo. Ho dovuto allungare il braccio, scostare rami e foglie. Avvicinare la testa all'interno dell'ulivo. Pensavo: se qualcuno si è preso la briga di mettere un foglietto così in fondo, deve sicuramente aver scritto qualcosa di speciale. Mi sono scorticato il braccio e il viso per raggiungerlo, tra i rami. Ero incastrato nell'ulivo, chinato e fagocitato dai rami appuntiti. E quando ho raggiunto l'ultimo foglietto, quello appeso nell'intrico, l'ho letto. E sai cosa c'era scritto? Figa. Figa, c'era scritto..."

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o
Novembre 1936 – paul éluard (traduzione: Franco Fortini) Guardateli al lavoro i costruttori di macerie sono ricchi pazienti neri ordinati idioti ma fanno quel che possono per esser soli al mondo stanno agli orli dell’uomo e lo colmano di sterco piegano fino a terra palazzi senza capo. A tutto ci si abitua ma a questi uccelli di piombo no ma non al loro odio per tutto quel che luccica non a lasciarli passare. Parlate del cielo e il cielo si vuota poco ci importa l’autunno i nostri padroni hanno pestato i piedi noi l’abbiamo dimenticato l’autunno dimenticheremo i padroni. Città secca oceano d’una goccia scampata di un unico diamante coltivato alla luce Madrid città fraterna a chi ha patito lo spaventoso bene che nega essere esempio a chi ha patito l’angoscia indispensabile perché splenda quel bene. E alla sua verità salga la bocca raro alito sorriso come rotta catena e l’uomo liberato dal suo passato assurdo levi innanzi ai fratelli un volto eguale