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Incomprensibile
Svegliarsi e non trovare gli occhiali. Camminare sbandando per casa. Sbattere contro una porta chiusa. Stare rintronati di fronte alla porta chiusa contro la quale si è sbattuto per qualche istante. Toccare la porta chiusa contro la quale ci si è procurati un trauma cranico di non lieve entità, per verificare che sia veramente lì. Immaginare di essere qualcun altro, dietro, alle spalle, che ti osserva mentre stai fermo davanti alla porta, senza occhiali, con un bernoccolo grande come una palla da tennis. Girarsi e sorridere alla persona che si immagina essere dietro di sé e dire: “Eh, non l’avevo vista”, intendendo la porta. Immaginarsi che il sé davanti a sé, quello che ti osserva mentre stai immobile davanti alla porta, scuota la testa e se ne vada. (Pensare che fa male all’immaginazione stare troppo da soli.) Girare in cerchio alla ricerca degli occhiali.
Pensare, pensando di essere brillanti, che per trovare gli occhiali ti servirebbero gli occhiali.

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UNA QUESTIONE DI LESSICO (ovvero: e mo' che faccio? cambio nome?) Dove si scopre che il limite della propria cialtroneria è sempre un po' più in là rispetto a dove lo si sospetti. (tratto da questi commenti al blog di giuliomozzi ) (...) Brèkane. Chissà dove ha preso quel nome da cattivo di cartone animato giapponese tipo Goldrake. Posted by Raspberry at 21.07.04 01:41 Ehm, be', il nome... il cattivo di un cartone animato giapponese ancora non me l'aveva detto nessuno... comunque, brekane (o meglio "breccane") è la parola veneta per ortiche. In sè non vuol dire nulla, ma qui "andare a breccane" significa - oltre che "andare così lontano che ci sono solo le ortiche", cioè (con un'altra perfetta locuzione locale) "andare in tanta mona" - anche "divagare, uscire dal discorso". Posted by brekane at 21.07.04 08:52 Ma le brecane non sono le eriche selvatiche? Posted by Mro at 21.07.04 18:36 o...
Se una notte d'inverno lo spazzolino elettrico di tuo figlio si anima di vita propra senza nessun apparente motivo e tu e tua moglie vi trovate in bagno, assonnati, per capire da dove proviene quella vibrazione e in quel momento, dallo scarico del lavandino un gorgoglio rauco esala una risata che richiama alla memoria una brutta storia mai del tutto chiusa, allora, ecco, forse qualcosa si sta agitando; ma non qui: di qua . So che non dovrei farlo.